mercoledì 24 agosto 2011

IL CORAGGIO DEGLI ANFIBI


Ho il piacere di invitarVi alla mostra fotografica in collaborazione con
- Comune di Polcenigo
- Amici del rospo
dal titolo:
"IL CORAGGIO DEGLI ANFIBI....rospi, rane, salamandre, tritoni e altri intrusi"
che si svolgerà nei giorni:

Sabato 3 settembre e Domenica 4 settembre 2011
nei locali dell'ex Convento San Giacomo a Polcenigo (PN)
in occasione della tradizionale Sagra dei Sest
Domenica
si svolgerà inoltre il convegno con la partecipazione di una delegazione di esperti austriaci che spiegheranno le loro modalità di tutela degli anfibi. Credetemi, anni luce avanti. Dobbiamo solo copiare, senza nemmeno pensare!!!!

La mostra descrive l'annuale migrazione dei rospi in località Santissima, la vita del fossetto con foto curiose di rane, rospi e altre creature legate all'acqua: strane conchiglie, ragni subacquei, lamprede, piccoli pesci che vivono sotto i sassi..etc..
Una rana particolarmente chiaccherona e un po' burbera guiderà lo spettatore nelle incredibili e bellissime forme di vita legate alle straordinarie acque del Polcenighese.
Una immaginaria incursione nelle colline che si estendono tra Polcenigo e Budoia ci permetterà di fare nuove conoscenze con animaletti poco conosciuti: tritoni, salamandre, gamberi d'acqua ..etc.
Popoli coraggiosi che lottano per la sopravvivenza sfidando tutto e tutti per adempiere allo scopo principale delle loro vite: la riproduzione. In questi tempi di scarsezza di ideali e di valori non sarebbe male prendere esmpio da loro.

Per farVi un'idea guardate il trailer (fatto da mio figlio Alessandro).

La mostra si svolge nei locali dell'ex convento San Giacomo. A due passi dal centro di Polcenigo, passata la piazza si prende la stradina che sale a destra e si arriva alla Chiesa. Si gode tra l'altro di una bellissima vista dall'alto di Polcenigo e delle sue acque.

La vostra scampagnata potrà proseguire (dopo aver visitato l'antica Sagra dei Sest) con la visione delle Sorgenti più importanti del fiume Livenza: Il Gorgazzo (fiume che attraversa Polcenigo), la Santissima con la conca del Palù, luogo di insediamenti palaffitticoli (4/5 MILA ANNI A/C), Il molinetto (laghetto e ristorante Trota blu), tutte queste Sorgenti si raggiungono facilmente con una robusta passeggiata. Ne vale la pena!!!
Quelli che amano luoghi selvaggi possono invece intraprendere una camminata che li porterà da Polcenigo a Budoia attraverso le colline (funghi, cinghiali e cervi vi accompagneranno nella vostra escursione).
Interessante inoltre una visita al Parco di San Floriano, un'oasi naturalistica ricavata sulla sommità della collina che si supera entrando a Polcenigo dalla Pianura (Sacile, Fontanafredda) sulla sinistra.
La natura, qui, non manca di certo!!!






sabato 13 agosto 2011

Immersione da....brivido!!


Un Marson che non riesce a fotografare un..Marson (Scazzone in italiano Cottus gobbio nome scientifico) non esiste, è al limite della più sfrenata comicità. Allora con la banda di fuoricervello, ovverosia Dante, pilota militare di aerei e elicotteri, Beppo medico rianimatore (ci vuole, ci vuole...) e Alessandro (mio figlio, l'unico mentalmente centrato)decidiamo di immergerci nelle fresche acque di risorgiva della Santissima. Avrei dovuto scrivere tutto in maiuscolo come segno di rispetto per questo luogo magico. Purezza è forse l'aggettivo che più si intona con il posto, ma potremmo sprecarne molti altri ...incantato, incontaminato, cristallino, stupefacente...etc... Un fiume che nasce fiume ai piedi di una montagna, con una storia straordinaria da raccontare, e gran parte ancora da scoprire. L'acqua in questi primi metri solca infatti una Conca racchiusa tra i piedi del bosco del Cansiglio e le colline che da Sarone continuano fino a Budoia. In questa depressione sono stati trovati numerosi reperti lignei sommersi a testimonianza di un insediamento palaffiticolo datato circa 5000 anni avanti Cristo.
Immergersi in queste acque significa ripassare 7000 anni di storia, è un libro scritto in un codice non conosciuto, ogni cosa ti fornisce un appiglio da decodificare. Ogni cosa ti urla 100 domande...alle quali tu, ignorante, non sai dare risposta. Tutto ciò ti destabilizza e ti costringe ad informarti avidamente.
Il sito, da poco, è passato sotto l'egida UNESCO, un importante passo avanti per la sua tutela. La parola passa ora ai politici.
Beppo è un pesce, si immerge praticamente dalla culla, dicono che sia stato partorito direttamente nel Livenza. E' quello con più esperienza, quello che si immerge nel Meschio (fiume di Sacile) e riemerge con due cavedani, uno per mano. E' quello che sotto acqua lo trovi a ravanare con il corpo infrascato sotto i rami di alberi sommersi. Un elemento socialmente pericoloso, imitarlo significa la morte!!
Se ti immergi vicino a lui, non è raro che per scherzo ti liberi un pesce nel costume. Meno male che oggi abbiamo le mute!!!! Avido cercatore di storia, storia che trova nel greto del Livenza. Ti data anche i sassi, potrebbe scrivere un libro a quattro mani due sono le sue e due quelle del fiume. Lo costringeremo!
Dante è una persona umile che potrebbe raccontare di sè per ore. Pilota militare con un addestramento ferreo alle spalle, istruttore di piloti. Diplomato isef. Viaggia in tutto il mondo e ritorna spesso a Sacile poichè lì sono le sue origini. Anche lui come tutti noi cresciuti tra il Meschio e La Livenza. Incantati dalla magia dell'acqua che corre, incastrati da sempre nelle anse di queste due lingue d'acqua.
Alessandro, mio figlio, è cresciuto provando tutte le cose che ho fatto io. Spazia tra molti interessi, ma penso che anche per lui l'acqua sia una calamita. A 7 anni ha iniziato canoa, pertanto non si contano i bagni fatti in fiume d'estate e d'inverno. Assiduo frequentatore del Meschio, è stato contagiato dalle forme di vita legate all'acqua. Se la cava egregiamente anche con la muta e in apnea. Deve essere sorvegliato, infatti un mio occhio è programmato su di lui, ma oramai ha gambe per camminare in autonomia. Gran palestra il Meschio. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, vale più di una piscina.
Torniamo al nostro posto incantato e alla nostra immersione, in questo caso l'obiettivo non era la storia ma fotografare i Marson. Trovarli, prima di tutto. Che ci siano è fuori di discussione, acque limpide, pure, ossigenate, temperatura ahinoi di 8° costante tutto l'anno, l'ambiente ideale per questi animaletti. Infatti appena ripresi dallo shock termico, ed aggiustata la vista, senza nemmeno sollevare sassi, eccoli li adagiati sul fondo, sulla lama di corrente. Il fondo è tutto ciottoloso e la luce del sole illumina con dei splendidi riflessi la scena. Tutto perfetto per fotografare...con due piccoli problemini: l'apnea e la corrente.
La mia macchina sub è tarata alle dimensioni del portafolio, quindi medio-bassa. L'apnea è un codice di regolamentazione che mi sono dato, quel minuto che passi sotto acqua deve bastare per non rubare troppo all'ambiente, per non essere troppo impattante, ...troppo tecnologico. I mezzi che la natura ti ha fornito devono essere sufficienti, già siamo troppo avvantaggiati con le mute, la maschera etc..
La corrente non ti permette di scattare immagini decorose, infatti è un continuo movimento e non ci sono appigli stabili.
I nostri pesci sono lì sul fondo con delle livree splendide. Una grandissima capacità di adattamento li ha portati nel corso dell'evoluzione a perdere la vescica natatoria e a stazionare sotto i sassi nutrendosi di macroinvertebrati bentonici, ovverosia di larve di tricotteri, gamberetti, sanguisughe, vermi etc...
Le pinne pettorali sono molto sviluppate poiché a loro spetta la funzione di propulsione del nuoto anziché la coda come avviene negli altri pesci; inoltre quando un predatore si avvicina lo scazzone le utilizza per assumere un "comportamento terrifico" in quanto all'approssimarsi della minaccia allarga le pinne pettorali e dilata gli opercoli sperando di spaventare il potenziale aggressore.
La profondità del primo tratto dalle Sorgenti fino al ponte di legno in prossimità della chiesetta è abbastanza varia, si va dal paio di metri all'inizio per arrivare ai 6/7 metri delle varie buche. Numerosi sono i reperti palaffitticoli che si scorgono sul fondo e sui lati del corso d'acqua. Probabilmente i reperti dei lati sono pali piantati in epoche recenti per sostenere la riva, più interessanti sono quelli di grosse dimensioni che si scorgono sul fondo.Qualche carcassa di cervo e/o di cinghiale conferma la massiccia presenza di ungulati in questa conca.Fortunatamente pochi sono i rifiuti "sociali", qualche scarpone, bottiglie, pentolame vario, che ci riproponiamo in una delle prossime immersioni di rimuovere.
Degni di nota alcuni reperti (cocci di vasi datati circa 1400) gavette della prima guerra mondiale etc. In queste zone ci sono stati anche gli scontri della Battaglia dei Camolli, interessante sarebbe ritrovare qualche traccia dell'evento bellico.
Un archivio naturalistico ed archeologico importantissimo, questa è la definizione fornita dagli esperti della regione in una conferenza tenuta a Polcenigo quest'inverno. Io aggiungerei "un incredibile scrigno di natura". Un forziere non ancora scardinato nonostante tutto. Queste ultime due parole urlano tanto....
Questi pescetti che sono degli indicatori biologici, in quanto vivono solo in acque pure, possono essere usati legalmente come esca per catturare trote, anguille etc..Ne uccidiamo due al prezzo di uno. La pesca deve darsi maggiori regole, non è più credibile. Deve avere più etica, bisogna avere il coraggio di regolamentare pesantemente al di là dei voti politici che attualmente condizionano tutto. Io stesso ero un pescatore accanito, ho combinato le mie, ma quando la testa comincia a ragionare in maniera diversa e con ...l'età, devi dire basta!
Come dice un mio amico ..a squali sì ma sotto acqua e con il coltello, allora la lotta è pari.
Questi pesciolini si riproducono nel periodo che và da marzo a maggio, attaccando sotto al sasso un grappolo di uova. Il maschio sorveglia la covata sino alla schiusa, che si verifica generalmente dopo 3 - 4 settimane. Le larve misurano circa 6 - 7,5mm alla nascita e, come altre specie che vivono in acque fredde con scarsi microrganismi planctonici, hanno un grande sacco vitellino in grado di alimentarle per circa 10 - 12 giorni, dopo di che iniziano a predare piccoli invertebrati.
La capacità di mimettizzarsi è sicuramente molto sviluppata come testimoniano le foto. Questo serve loro per sfuggire ai predatori in particolare la trota.
Dopo un'ora e rotti di immersione, il gelo dei nostri piedi e il viola sulle labbra ci costringe ad uscire con la convinzione però di aver vissuto un momento straordinario da ricordare e da ripetere prima possibile.
Non abbiamo trovato gamberi d'acqua dolce come mai? Ci sono sicuramente. Non abbiamo cercato probabilmente dove dovevamo, nelle prossime immersioni cercheremo anche quelli. E le lamprede che pur sono presenti, dove si sono rifugiate? Nel fango? Quanto poco conosciamo! Ci sentiamo orgogliosi delle due foto che abbiamo fatto ma l'ecosistema fiume è ancora tutto da scoprire. Tutto da imparare.
Mi ritorna in mente la frase di un vecchio naturalista: "Solo la montagna può comprendere l'ululato di un lupo" Quanti errori abbiamo fatto noi umani credendo di aver capito tutti gli intrecci degli ecosistemi, quanta arroganza e presunzione nella mano dell'uomo. Penso a tutti gli interventi fatti in questi anni dall'Ente Tutela Pesca,... risultato? Distrutto i fiumi. Sono stati il braccio operante dei Pescatori, la mano del consenso politico ....i pescatori volevano le trote, l'Ente ha dato loro le trote....queste trote voraci di allevamento, americane hanno alterato l'ecosistema.
L'Ente doveva fare una cosa sola, far guerra all'inquinamento. Ma se l'Ente viene pagato dai pescatori......chi tutelerà? I pescatori.
Detto da uno che ha pagato la licenza per 44 anni ...avrà si o no un significato?

Alla prossima scorribanda.

lunedì 8 agosto 2011

FIORITURE ESTIVE


I campi della Pedemontana, forniscono dell'ottimo foraggio per gli animali e un ricco pascolo per i nostri amici apoidi. Bombi, api, farfalle e numerose altre specie di impollinatori li visitano assiduamente. Gli apicoltori scrupolosi hanno già tolto i melari e effettuato il trattamento antivarroa con tavolette evaporanti (var etc.).
I prati sono stracolmi di api che incessantemente raccolgono polline e nettare. Le famiglie di api stanno gradualmente riducento il loro volume per prepararsi adeguatamente all'inverno. Sembrano molto popolose ma la covata si stà restringendo. Le fioriture più evidenti sono: Centaures sp, Galega officinalis, Scabiosa crenata, Trifoglio, Menta, Erba medica (tra un taglio e l'altro),Lathyrus pratensis etc... Tra le bordure dei fossi notiamo ampie fioriture di Lythrum Salicaria e di Solidago gigantea entrambe molto visitate dalle api.
Le api guardiane in certe zone si guadagnano sicuramente lo stipendio respingendo i continui attacchi dei calabroni (vespa crabro)abilissimi nel catturare le api. In pochi secondi la divorano e ripartono all'attacco. Però come si vede dalla foto qui a lato ogni tanto ci rimettono le penne. Sembra quasi che la catena di api voglia esporre il macabro reperto a monito degli altri calabroni rimasti.

lunedì 1 agosto 2011

Lamprede e gamberi rari ma ci sono e questa è una speranza!!

Le lamprede


E' sempre bello scorgere nei bassi fondali ghiaiosi questi oramai rari animaletti (Lampetra zanandreai).
In questo periodo sono visibili in quanto vanno in frega. Scelgono le aree superiori dei fiumi su acque ben ossigenate e correnti.
la riproduzione si svolge da febbraio a giugno. I maschi giungono nelle zone di riproduzione prima delle femmine. Scavano il loro nido spostando con la loro bocca a ventosa l piccoli sassi del fondo.
Con l'arrivo delle femmine si formano le coppie ed inizia l’ovodeposizione, la femmina si fissa ad una pietra con la ventosa mentre il maschio aderisce alla partner e feconda le uova mentre vengono emesse. Ogni femmina depone da 4.000 a 40.000 uova dal diametro di un millimetro. Dopo la deposizione le uova sono ricoperte con la ghiaia del substrato.
La schiusa avviene solitamente dopo 10 - 15 giorni.
I principali predatori delle lamprede sono i pesci, le anguille in particolare e .....l'uomo. E' stata ed è tuttora un'ottima esca per la pesca "sportiva".
I gamberi


I gamberi sono diventati anch'essi molto rari. Nel Livenza e nei numerosi rii che confluiscono nel corso principale sono ancora presenti, non come un tempo, ma ci sono e questo è un bel punto di partenza. Non abbiamo ancora distrutto tutto, la candelina della speranza arde ancora, flebile ma c'è.
Il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858) è un piccolo crostaceo d'acqua dolce, della famiglia degli Astacidae.Vive nei torrenti e nei rii particolarmente ossigenati. Preferisce i letti ghiaiosi o sabbiosi ma dotati di rive in cui siano presenti anfratti e luoghi sicuri, rappresentati spesso da fronde di alberi caduti o foglie, per potersi nascondere e riposare. Essendo un organismo stenotermo freddo, predilige le acque fresche con un optimum vicino ai 15 °C e un range che si discosti di pochi gradi, sopportando al massimo la temperatura di 23 °C.

È un animale tipicamente notturno. Si nutre di qualunque cosa: dalle alghe alle piante acquatiche, dai vermi ai molluschi, alle larve di insetti.
Si dimostra particolarmente aggressivo nella difesa del suo territorio e nelle lotte sessuali, come dimostrano le catture di esemplari con arti o chele parzialmente o totalmente mutilate.

I rii che solcano la collina che da Polcenigo porta a Budoia sono un autentico forziere naturalistico.
Nel Medioeveo le lamprede erano molto apprezzate, venivano arrostite e conservate in salamoia.
Tuttora entrano nelle cucine dei numerosi bracconieri della zona per gustose frittate.
Anche i gamberi sono considerati delle leccornie.
Ad ogni mangiata, però, se ne và un pezzo di bellezza della nostra natura e diventiamo tutti più poveri.