sabato 11 dicembre 2010

Convegno esperti apistici Udine 11 dicembre 2010

Si è svolto a Pasian di Prato (UD) il convegno 2010 degli esperti apistici per fare il punto della situazione. Ha aperto i lavori il Presidente del Consorzio di Udine Baldo:
"La crisi del settore è documentata dai numeri: negli ultimi 5 anni persi 5000 alveari, un terzo del patrimonio apistico della provincia. Ogni anno si deve rinnovare almeno il 50% delle famiglie. Gli apicoltori lavorano l'80% per salvare le famiglie e il 20% per il raccolto. Il Consorzio di Udine ha chiesto alle istituzioni (competenze demandate dalla regione alla provincia) di avere 2 tecnici apistici a tempo pieno per operare efficacemente nel territorio.
L'appello è all'assessore provinciale:
-Da soli non riusciamo a difenderci. L'ape dà all'apicoltore un 10% il restante 90% va a favore di ambiente e agricoltura. Celli, noto studioso, ha affermatoche l'ape dà all'ambiente la quantità di soldi pari al fatturato della Fiat."
Il Consorzio ha trovato nell'Assessore Provinciale un sensibile interlocutore che sostiene la nostra causa facendo nascere un po' di ottimismo per un sostegno non solo economico promesso che potrà dare un po' di fiato e fiducia al settore.

Il ricercatore Nazzi ha trattato "Cause del collasso delle colonie di api":
I collassi di colonie di api non sono una novità. Già all'inizio del secolo scorso (malattia dell'Isola di Wight) furono estesissme le colonie collassate in quei luoghi. Dapprima inspiegabili, furono poi ricondotte a infezioni virali e avversità atmosferiche.
Nel 2006 segnalate dagli americani come CCD, nel 2007 osservate in Europa ma legate agli agrofarmaci e poi unite ad altri fattori, oggi continuano le sagnalazioni e l'incertezza.
Ci sono 17 definizioni di CCD (cause del collasso), alcuni ancor oggi dubitano sulla loro esistenza.
Questi collassi li possiamo osservare in Primavera ( causa avvelenamenti, perdite sparse nel territorio a macchia di leopardo e probabilmente dovute a scorretto impiego di fitofarmaci).
Oppure nel periodo Autunno invernale con cause parasssitosi, stress nutrizionali etc, perdite dal 30 asl 50 % e diffuse in tutto il territorio italiano, con soluzioni per ora insufficienti.
Noi dobbiamo logicamente concentrare la nostra attenzione su queste ultime.
Il problema è serio e riguarda tutti (associazioni, apicoltori, ...per finire a gente comune e politici) in quanto una buona fettta di vegetali, circa un 40% hanno come impollinatori esclusivi le api. Sono di gran lunga le più presenti nell'impollinazione, ma non scordiamo anche le problematiche che stanno affrontando gli altri apoidei e gli ecosistemi.
Nelle varei ricerche che si sono succedute in questi ultimi tempi, quella del 2010 in Germania è probabilmente la più precisa e scentificamente seria per numero e strumenti utilizzati ha stabilito una connessione diretta tra collassi, infestazione da varroa e infezione virale.
L'acaro centra e questo è un punto certo.L'acaro ha una linea equatoriale, verso nord ( USA 30% di perdite, Europa dal 10 all'85%, Japan 25%) fa danni, veso sud ( Sud America, Africa, Australia non vengono segnalate perdite per collasso). Dati da interpretare.
Non mi dilungo più di tanto sulla sempre precisa relazione del Dottor Nazzi, diciamo che la varroa distrugge a testate il sistema IMMUNITARIO DELL'APE e successivamente i virus hanno gioco facile nel mettere Ko l'ape accorciandone in modo drammatico la vita e provocando il collasso della colonia.
Cosa si fà adesso?
Chi fa cosa? Ad ognuno spetta la sua parte:

Ricercatori garantiscono:
-sperimentazione scentificamente seria
-Controllano l'efficacia dei principi attivi (timolo e ossalico sono ancora affidabili)
e danno le linee guida per effettuare correttamente i trattamenti. Ad esempio si è notato che la reinfestazione di fine anno può arrivare anche a picchi di 60/70 varroe al giorno. Da qui l'importanza del trattamento simultaneo per territorio e l'importanza di contenere la sciamatura per evitare dispersione di famiglie nel territorio che poi vengono regolarmente saccheggiate.
I sperimentatori hanno notato che dare polline in tarda estate allunga la vita delle api. Ma cosa del polline fà così bene? Da verificare.

GLI APICOLTORI COSA POSSONO FARE?
-Trattare adeguatamente
Prevenire la sciamatura
Sostenere le colonie, se il caso con alimentazione anche a base di polline.

COSA DEVONO FARE I CONSORZI?
-Istruire gli apicoltori
- Sostenere gli apicoltori
- Coordinare gli sforzi

LE ASSOCIAZIONI:
- fare da tramite tra gli apicoltori e le istituzioni ( trattamenti, veterinari, fiscalità)

Mie riflessioni:
In uno scenario politico di fantanatura non è azzardato sostenere che è in atto uin complotto contro l 'ape:
- parassita abilissimo e quindi fuori controllo (varroa)
- virus nuovi (CCD) che superano facilmente le deboli difese immunitarie
- patogeni nuovi (nosema)
- pesticidi nuovi (agricoltura allo sbando per abuso di produzione e di monoculture)
- Stress nutrizionale in certi periodi dell'anno ( ad agosto una volta si smielava melata ora si nutre altrimenti le colonie muoino di fame)

Nonostante tutto la natura quest'anno sembra averci accordato un anno di riflessione, le colonie di api sono più che decorose rispetto agli anni passati e in Friuli, anche se non mancano zone di moria, la situazione e soddisfacente.

DELLA VEDOVA: TECNICHE APISTICHE PER CONTRASTARE LA VARROA

La situazione in Friuli quest'anno è la seguente:
- famiglie mediamente forti
-infestazione contenuta
-scorte disomogenee
Da Ottobre si sono verificate condizioni climatiche critiche ( due mesi di piogge continue). Alcuni apicoltori hanno avuto perdite elevate.
Dovrebbe essere effettuata una visita per sistemare i nidi e fare assolutamente il trattamento con l'ossalico gocciolato.
Nel Friuli chi ha fatto i timoli + apistan si è trovato bene. Chi ha fatto solo i timoli ha perso numerose api.
Verso metà luglio si ha il punto di non ritorno della colonia, bisogna trattare prima.
COSA FARE?
- produzione di nuovi nuclei (saranno le famiglie più forti il prossimo anno)
- Blocco di covata
In situazioni di estrema infestazione (luglio-agosto) sarà opportuno METTERE A SCIAME la famiglia. Favi di covata estratti si eliminano.
Il BLOCCO DI COVATA prevede il confinamento della regina ( luglio) per 18/21 giorni, quando libero la regina tratto con ossalico.

PETRIN (tecnico apistico): NUOVA ARNIA

Il Signor Petrin da sempre alla ricerca di nuove soluzioni per l'apicoltore, ha presentato una modifica dell'arnia razionale a 10 telaini. In pratica il decimo telaino è separato dagli altri da una escludiregimna verticale che non permette l'uscita della regina da lì, quindi il blocco di covata per confinamento della regina diventa una azione a portata di tutti. Basterà individuare il telaino con la regina e spostarlo in ultima posizione. La regina continua a deporre e questo telaino sarà attrattivo per la varroa. Alla fine dei 18/21 giorni si libererà la regina e si asporteranno il telaino con covata. La complessità è strutturale, cioè modificare tutte le arnie e dotarsi dell'escludiregina verticale, nonchè cambiare i distanziatori usando quelli da 12 tagliati a 10 che hanno lo spazio ape leggermente ridotto.
L'arnia proposta da Petrin ha altre interessanti modifiche, ad esempio il predellino che può essere inclinato a nostropiacimento, oppure la possibilità d'inverno o durante i trattamenti evaporanti, di inserire un fondo di legno che la chiuda.
Altri inteventi hanno chiuso i lavori di questo interessante convegno.
Spero di aver riportato fedelmente anche se in estrema sintesi gli interventi dei relatori. Per eventuali inesattezze mi scuso con i relatori e con i lettori.

venerdì 15 ottobre 2010

Cattura di uno sciame selvatico


La cattura di uno sciame selvatico mette sempre un po' di apprensione. In questo caso invece tutto è filato liscio senza nessun intoppo.Preziosa la collaborazione degli operatori del comune di Sacile che hanno predisposto una impalcatura impeccabile che mi ha permesso di lavorare in assoluta comodità e sicurezza. Un bell'esempio di sinergia tra vigili urbani, Comune e Apicoltore. Le api ora verranno trattate con i prodotti acaricidi, nutrite poichè avevano scorte quasi a zero e rischiavano di morire di fame. Lo sciame è stato inarniato come stava, segando semplicemente il ramo che lo sosteneva e introducendolo in una doppia arnia.
Speriamo sopravviva. Il prossimo anno lo metterò in un arnia a vetri e si potrà osservare l'incredibile lavoro di questi laboriosi insetti in condizioni quasi naturali.
Le foto dello sciame sulla sezione "photo".

martedì 12 ottobre 2010

Le fioriture di settembre e ottobre del Palù del Livenza e altri incontri.


La zona del Palù del Livenza a Polcenigo (PN) offre anche in autunno straordinarie fioriture ed occasioni irripetibili per osservare i fenomeni naturali, in questi territori fortunatamente abbandonati dall'uomo e riccamente popolati di insetti e altri animali (cinghiali, cervi, aironi etc..). E' un momento magico per le libellule che si accoppiano in voli instancabili nelle ore più calde della giornata. Le api sono tutte sugli aster riccamente colorati. Dove è maggiore la presenza di api e altri insetti impollinatori notiamo una nascosta ma significativa presenza di predatori. Mantidi religiose e ragnetti sono sempre in agguato. Se l'occhio si alza non è raro scorgere aironi cenerini in volo e sentire il verso del falco a caccia di cibo. Nel fitta vegetazione che custodisce le sponde del fiume Livenza si notano numerosi corridoi che penetrano la vegetazione, sono tracciati dai numerosi cinghiali e cervi che popolano l'area. Le foto presentate in ordine sparso e non ancora tutte classificate per specie vegetale vi introducono in questa passeggiata naturalistica spero senza annoiarvi. Sono circa 70 foto che raccogono i migliori scatti di settembre e metà ottobre.
Buona visione.

giovedì 23 settembre 2010

Il Miele della Valtellina verso la DOP!


Riceviamo questa nota dal Presidente dell'APAS Associazione Produttori apistici di Sondrio Giampaolo Palmieri:

"L'apicoltura della nostra Provincia sta vivendo una fase molto importante: il 15 ottobre si terrà una "riunione di pubblico accertamento" indetta dai funzionari del MIPAF per la DOP del Miele della Valtellina. Questa "audizione pubblica" è l'atto conclusivo dell'iter di analisi e vaglio che il Ministero ha effettuato per verificare l'idoneità della nostra richiesta di DOP per il "Miele della Valtellina" .....poi sarà inoltrata a Bruxelles.

Crediamo che la DOP rappresenti un importante modo per valorizzare le produzioni di qualità italiane ed in particolari i nostri mieli. E' nostra speranza che questa esperienza possa essere un banco di prova per verificare e valutare questo percorso che attualmente offre pochi riferimenti. Come è nostra usanza il Know now maturato è a vostra disposizione e i documenti di riferimento vengono sempre e costantemente pubblicati sul nostro sito www.apicoltori.so.it.

La riunione di pubblico accertamento si terrà al Polo Fieristico di Morbegno venerdì 15 ottobre 2010 alle ore 10,00.

Con amicizia e stima

                Giampaolo Palmieri

Fotoapi e penso tutti gli apicoltori del Friuli fanno il tifo  con i colleghi lombardi per il futuro  raggiungimento di questo importante obiettivo che nobilita e incoraggia l'intero settore apistico.

sabato 18 settembre 2010

Ambiente in festa - San Giorgio di Nogaro 25/26 Settembre 2010


A San Giorgio di Nogaro nei giorni 25 e 26 settembre 2010  nella sala consiliare del Municipio ci sarà la mostra: "Biodiversità e api: valori preziosi". L'occasione è "Ambiente in Festa" iniziativa voluta dal Comune di San Giorgio di Nogaro allo scopo di promuovere la sensibilizzazione dei cittadini verso le tematiche ambientali attuali. Orari 9.00 - 19.00.
L'occasione per fare passare messaggi naturalistici importanti è preziosa. Fotoapi esporrà una serie di fotografie sull'affascinante mondo delle api, degli apoidei in generali e di altri insetti che si incontrano nel pascolo delle api, mantoidei, coccinellidi, lepidotteri, odonati. Foto e spiegazioni permetteranno ai visitatori di apprezzare l'importanza degli insetti negli ecosistemi. 
Giovedì 23 alle ore 18.00 ci sarà la proiezione del film di Ermanno Olmi "Terra Madre".
Venerdì 24 alle ore 18 interverrà l'assessore regionale alle risorse agricole, naturali e forestali Claudio Violino affronterà il tema scottante "Biodiversità tra OGM e tipicità".

Tante altre iniziative molto interessanti completeranno la manifestazione (safari fotografico, caccia al tartufo esposizione di Bonsai, oggetti di modernariato, opere realizzate con il legno di recupero, cavallo e ambiente, mercato contadino, degustatartufo, frico e vini e per finire un menù a base di pezzata rossa!!

mercoledì 25 agosto 2010

Api e biodiversità: valori Preziosi - Brugnera Flora e Fauna 2010


Dopo la bella esperienza di Porzùs, abbiamo un'altra occasione per far passare importanti messaggi di tutela e rispetto della natura. Il titolo "Api e biodiversità: valori preziosi" è anche un invito alle varie associazioni che hanno a cuore la natura di fare sistema. Solamente uniti la nostra voce potrà arrivare alle orecchie dei politici. Se il rispetto è compito di tutti noi cittadini, la tutela dell'ambiente è obbligo dei politici che spesso glissano. Che la società stia cambiando, lentamente, è fuori dubbio. Caccia, pesca, gabbie, inquinamento,  sono parole che cominciano ad infastidire la sensibilità dei più. Le potenze economiche che alimentano questi fattori sono indubbiamente granitiche, ma il vento ci stà aiutando, gradualmente ne sono certo ce la faremo a ridare dignità e rispetto a tutte le forme di vita. Non siamo noi sopra di tutti ma alla pari con tutti. Sappiamo e per questo dobbiamo. 
Venite a Brugnera nella splendida VillaVarda, ci saranno foto di api, apoidei, odonati e altri insetti. Domenica 5 settembre 2010 dalle ore 8.00 alle ore 20.00.
www.fotoapi.com

mercoledì 18 agosto 2010

Inaugurata la 24° edizione del "Concorso mieli città di Sacile"


Una sede di una bellezza sconvolgente il Palazzo dell'ex pretura di Sacile da poco inaugurato, adiacente alla chiesa di San Gregorio altro luogo di prestigio del Sacilese.
In un contorno così suggestivo si è inaugurata la 24 edizione del Concorso Mieli città di Sacile. La mostra allestita con abilità, equilibrio e notevole cura dei particolari, con elementi semplici ma curati regala un colpo d'occhio di rara armonia.
Il primo concorso fotografico sul mondo delle api "Dal fiore al vasetto" ha riscosso notevole interesse e partecipazione. La qualità delle foto non è stata elevata, come pure la conoscenza del mondo delle api, infatti numerosi insetti sono stati scambiati per ape. Le foto premiate sono state l'ape catturata dal ragnetto che è sicuramente una foto d'azione che bisogna con pazienza ricercare e poi catturare l'attimo, non è facile. Pazienza e ..carpe diem. Complimenti ad Alessandro Marson.
Bella e fantasiosa la seconda foto di Alessandra Perin che ha saputo creare uno scenario equilibrato, semplice ma raffinato usando elementi di fantasia, come pure belle sono le altre sue due foto. Bella creatività, bei messaggi.
La mostra è stata arricchita dai pannelli del fotografo Mazzocchi che illustrano la vita delle api. Splendide le foto arricchite da semplici spiegazioni.
Il clou della serata è stato il convegno "Miele, elisir di bellezza: ricette tradizionali per realizzare i tuoi cosmetici". I relatori hanno con eleganza e competenza dato alcuni consigli sull'uso dei prodotti apistici in particolare il miele d'acacia per trattamenti di bellezza e sanità della pelle e dei capelli. Con il loro fare semplice ma molto professionale hanno catturato l'attenzione del numeroso pubblico presente. La serata è stata allietata dalla presenza di due splendide api regine mozzafiato, altissime e bellissime che hanno fatto da modelle facendo dimenticare ai numerosi apicoltori presenti le difficoltà dell'apicoltura attuale.
Una citazione finale di merito alle ragazze della Pro Sacile che hanno realizzato un agile e curato opuscolo con la storia dell'apicoltura, delle schede sui vari mieli e una parte dedicata alla cosmesi di facile consultazione, pratica ed esaustiva. Complimenti.

La Sagra di Porzus



Il tempo ha miracolosamente tenuto permettendo una completa e splendida riuscita della festa di Porzùs. Una manifestazione perfettamente equilibrata in tutte le sue componenti. La bellezza della natura e del cielo sempre in pericoloso movimento, è stata pari al perfetto equilibrio degli eventi della manifestazione. Le mede allestite in velocità e abilmente, la cucina di notevole qualità ed apprezzatissima dai numerosi visitatori, i vari stand perfettamente inseriti nel contesto culturale voluto dagli organizzatori, si sono sposati perfettamente con l'armonia e la bellezza della natura di Porzùs.
Complimenti agli organizzatori e ai numerosi giovani che si sono attivati per la giornata.
La mostra fotografica sulla biodiversità di api e apoidei ha riscosso notevole attenzione, da parte di un pubblico sensibile e attento ai problemi ambientali sempre più pressanti di questi tempi.
E' stato un piacere essere lì.

giovedì 5 agosto 2010

Api e biodiversità: valori Preziosi - Porzùs 2010


Il 15 Agosto a Porzùs, Attimis (UD) in occasione della 15 ed. della Festa della Meda e del Miele di Montagna, allestiremo la mostra fotografica "Api e biodiversità: valori preziosi". 
Vi invitiamo in questo piccolo paese ricco di storia, ai confini con la Slovenia e a pochi passi da Udine, per trascorrere una giornata all'insegna della difesa delle tradizioni  e dei valori culturali legati e influenzati da una natura bella e ricca di avvenimenti. Qui si sono consumati gli eccidi dei partigiani, qui è apparsa la Madonna.
La mostra dei migliori scatti del 2010 affronterà il tema scottante della biodiversità, le api saranno le più gettonate, ma non mancheranno foto di vari apoidei, odonati e lepidotteri. 
Se non avete ancora deciso dove passare il 15 agosto venite a Porzus.
Ecco la presentazione degli organizzatori:
"Dove il cielo incontra la montagna e la natura si specchia nel Friuli.
La manifestazione conclude il periodo estivo dedicato  alla pulizia dei prati circostanti l’abitato di Porzus dove, sin  dal mese di  maggio vengono   realizzate le Mede, tipici covoni di fieno: Durante i festeggiamenti oltre a godere  di una vista panoramica  sulla piana del Friuli  e alla possibilità   di utilizzare gli spazi verdi come  punti di   sosta, sarà l’occasione per  apprezzare giochi  popolari, escursioni, concerti, mostre, immagini in   proiezione  e partecipare alle gare per la realizzazione  della “Meda” più bella. I punti di ristoro saranno a disposizione per offrire le tipiche   specialità della zona"

venerdì 23 luglio 2010

Girasole!!


Per il mio territorio è stata una bella novità, numerosi ettari a girasole. Un colpo d'occhio di inusuale bellezza. Un aiuto agli apoidei del territorio di non poco conto. Ogni fiore era visitato da almeno un'ape e da numerosi altri insetti. Un luogo ottimale per scattare originali fotografie. 
La titolare della Country house "Due Fiumi" mi ha invitato a posizionare alcuni alveari nella sua meravigliosa tenuta. Lavanda,  girasoli, trifoglio sono stati il pasto per le mie api in un ambiente di rara bellezza e ricco di biodiversità favorito dalla presenza di due fiumi il Livenza e il Meschio. La flora e la fauna presente a ridosso di queste zone umide è ricchissima per numero e per varietà. Uno spettacolo per gli amanti della natura è la risalita dei cavedani e dei barbi per la deposizione dal Livenza al Meschio. Schiuse sbalorditive di libellule si possono notare camminando aulla riva dei due fiumi.  Se cercate un luogo incantevole per passare anche solo una notte vi consiglio questo posto e l'alloggio ai  "Due fiumi". Portatevi maschera e pinne e una macchina fotografica sub lo spettacolo sotto il pelo dell'acqua è unico e indimenticabile. 
Detto questo confermo quanto riportato nei libri specifici, il girasole con le varietà attuali è una pianta poco nettarifera e non dà nemmeno polline, infatti le api pur imbrattate non rientravano con le zampette cariche. Comunque nonostante tutto diciamo che un mezzo melario per casetta lo hanno raccolto. L'esperienza è stata comunque interessante e formativa.
Il miele devo ancora assaggiarlo infatti i melari sono in laboratorio per la deumidificazione.
Con estremo piacere vi invito a visionare le foto scattate in questo luogo.

 

venerdì 2 luglio 2010

BIOIVERSITA'


Il 2010 è l'anno della biodiversità. La bellezza della nostra natura è la ricchezza della nostra esistenza. La biodiversità è l'assicurazione sulla vita del nostro pianeta. Secondo gli esperti nei prossimi 30 anni il 25% della flora e della fauna potrebbe scomparire per sempre. 
Proteggiamo la natura in tutte le sue forme straordinarie di vita poichè tutti hanno il diritto di abitare questo pianeta. 
Nella sezione photo troverete alcuni scatti sul variegato mondo degli insetti che si possono incontrare nel pascolo delle api. Non mancano alcune foto curiose che stimolano la nostra fantasia e i nostri sentimenti.

giovedì 10 giugno 2010

Le catene alimentari


La natura sembra spietata eppure gioca in perfetto equilibrio. Le foto  vi propongono una scena crudele: un ragno che cattura un'ape e... questa sarà il suo pasto. Le catene alimentari permettono la sopravvivenza reciproca in uno straordinario gioco di equilibri che sembra resitere anche alla prepotenza ed incoscenza dell'uomo. Il ragno preda l'ape e a sua volta è mangiato dalla lucertola che finisce in bocca ad un uccello che è predato da un falco e così via. Tutto questo è equilibrio. Volete esempi di non equilibrio? I ricci spiaccicati sull'asfalto, idem per i rospi che compiono le loro migrazioni riproduttive, le api sterminate dai concianti, i disastri compiuti dai diserbanti. I bracconieri che con le reti catturano quintali di barbi e cavedani in riproduzione......etc. Piccoli esempi che abbiamo sull'uscio di casa.
Queste foto parlano di equilibri e di biodiversità, mi piacciono per quello che dicono e per le complesse letture che se ne possono fare.

Bravi gli alunni delle classi prime i Fontanafredda

 AMICAPE

Si è concluso Mercoledi 09 giugno il progetto Amicape della Scuola Media di Fontanafredda. Il progetto coordinato da Fotoapi ha coinvolto le insegnanti di Scienze e gli alunni delle cinque classi prime.

I lavori eseguiti sono stati veramente di ottimo livello così come la capacità degli alunni di esporre le loro relazioni. Efficaci nel contenuto e originali nella forma i vari cartelloni illustrativi dei singoli argomenti. Gli allievi sono stati ben diretti e motivati dalle loro insegnanti che hanno profuso notevoli energie in periodi scolastici particolarmente densi di lavoro. Le proff. di ed. artistica hanno stimolato i ragazzi nella creazione di bellissimi pannelli decorati con api, fiori e vari insetti.

Con il finanziamento ricevuto le insegnanti hanno comprato tre stereoscopi che arricchiranno il laboratorio di scienze. Tutti gli alunni hanno potuto dunque  osservare, dimostrando interesse,  le particolarità anatomiche delle api,  del polline e dei fiori.

Alcune ragazze hanno gestito lo "spazio trofallassi" facendo assaggiare ai loro compagni alcuni tipi di mieli. I vasi sono stati tutti velocemente svuotati.

In definitiva possiamo dire che le nuove generazioni sono molto attratte dai temi ambientali, stà a noi insegnanti sensibilizzarli,  poi la loro curiosità farà germogliare quel seme del rispetto e del vivere in armonia con la natura......che con noi "vecchietti" non ha funzionato.

Le foto della giornata sulla sezione "photo".

sabato 22 maggio 2010

Inseguendo le api per i prati del Polcenighese

Passata la fioritura dell'acacia è interessante inseguire le api e capire dove vanno a bottinare. Sicuramente la vegetazione è più che mai florida dopo le abbondanti piogge passate. I prati sono veramente ricchi di numerose specie floreali. Le bordure delle zone umide sono rigogliose di menta, lamium, Lamiastrum e i numerosi arbusti in fiore regalano un notevole colpo d'occhio.
Nei prati le api bottinano su Salvia Pratensis, Trifolio repens, mentre viene snobbato il Trifoglio Pratense. Le fioriture gialle di Potentilla reptans sono assiduamente visitate, mentre saltuaria è la presenza di api su Antheris tinctari. Numerosi apoidei visitano Carduus nutans e nelle bordure sia le api che i bombi si interessano a Lamiatrum galeobdolon, mentre il Lamium è in sfioritura. Gli arbusti richiamano numerose bottinatrici su Amorpha fruticosa e sugli arbusti bianche in fiore.
Sicuramente sono già in fiore le more di rovo che protrarranno la loro fioritura fino a tutto giugno.
Qualche giovane acacia ricaccia i fiori e le api non si fanno pregare a bottinarla.
In apiario continuo imperterrito a tagliare il terzo a fuchi del telaino Campero. Qualche famiglia si impegola ancora in febbre sciamatoria e in qualche caso ho risolto mettendola a sciame in altri casi asporto due telaini con la regina vecchia e faccio nuovi nuclei.
Ho ripreso a raccogliere polline, circa 50 gr. per famiglia al giorno.
I nuclei fatti si stanno lentamente rinforzando e devo rimettermi ( aimè ) a reinfilare telaini.

martedì 11 maggio 2010

Seconda settimana di pioggia: zeru acacia!


Altri giorni di pioggia e inevitabilmente l'acacia se ne và. L'avevamo previsto. Una stagione con poco tarassaco (freddo) mescolato con un po' di colza e zero acacia darà sicuramente problemi nel proseguio. Il famoso anno zero, preventivato dopo la sparizione della melata sembra essere proprio questo. Se continua ancora dopo questa settimana, dovremmo veramente preoccuparci di nutrire oltre ai nuclei anche le famiglie.
Domenica ho guardato tutte le famiglie nell'unico giorno di bel tempo. Dalle 7.30 alle 14.00 ininterrottamente senza un attimo di pausa, senza fare nemmeno una foto!!! O si fà l'Italia o si muore. O si guardano bene oppure sciameranno. Trenta famiglie avevano costruito bene il Campero, ho ritagliato un terzo completo a fuchi opercolati. Non particolare voglia di sciamare. A tutte queste famiglie ho prelevato un favo di covata opercolata e ho costituito 10 nuclei. Li ho formati mettendo assieme due favi di covata con relative api e un favo di scorte. Ho prelevato da precedenti famiglie orfanizzate alcune celle di sciamatura opercolate e prossime allo sfarfallamento e le ho inserite al centro dei telaini immergendole nel miele del favo. I nuclei li ho chiusi e alla sera trasferiti in altro apiario lontano.
In altre 5 famiglie che avevo la settimana prima orfanizzato poichè erano in febbre sciamatoria ho lasciato una cella reale sola prossima alla sciamtura. In tre famiglie la regina era già nata ed ho prelevato appena in tempo le celle in più con le nuove regine pronte ad uscire. Mi è andata bene altrimenti sarebbe sicuramente uscito uno sciame con regina vergine e con tutti i problemi annessi.
Altre 5 famiglie non avevano costruito il terzo del Campero, segno chiaro di febbre sciamatoria e relativo sciopero delle api ceraiole, delle importazioni e della deposizione della regina. Ho prelevato la regina e creato altri nuovi nuclei. Questi nuovi nuclei li ho lasciati in apiario di fronte alla casetta originaria.
Nonostante il brutto tempo ho realizzato 15 nuclei nuovi, impiegato una trentina di favi già costruiti (perdite dell'anno precedente) e impoverito le famiglie che altrimenti andrebbero fuori giri per troppa popolazione.
Sabato ricontrollerò tutto, impoverirò ancora se sarà il caso formerò nuovi nuclei utilizzando le celle prodotte dalle famiglie che ho orfanizzato (le guardo per ultime dopo aver formato i nuclei).
Nonostante la brutta stagione il Campero continua a funzionare bene,le api continuano a costruire, formo nuovi nuclei, manca solo il miele....
Prossima fioritura: amorpha fruticosa!!
Ciao a tutti.

mercoledì 5 maggio 2010

MALTEMPO!!


L'anno scorso l'acacia era iniziata con una bella grandinata con la fioritura ancora chiusa. Poi però tutto era filato al meglio, splendida fioritura e ottimo raccolto.
Quest'anno a fioritura aperta quasi del tutto cinque giorni di pioggia intensa e previsioni non incoraggianti per i prossimi giorni. Penso che un melario abbondante di acacia ce lo siamo già giocati. In pianura i fiori cominciano a cadere ancora freschi. Pazienza, non si comanda al tempo. Speriamo nei prossimi 7-8 giorni specie nella zona collinare.
Le mie api sono pronte al raccolto, ho tolto quel mezzo melario di tarassaco-colza dagli alveari.
Il telaino trappola finora ha funzionato molto bene. Domenica tra una pioggia e l'altra ho notato che alcune famiglie non avevano costruito il terzo settore e erano in febbre sciamatoria. Ho semplicemente tolto la regina facendo un altro nucleo ponendolo di fronte all'alveare originario.
La raccolta del polline con le trappole Metalori ha dato buoni risultati, nei primi giorni ho raccolto circa 50 gr. giornalieri per famiglia terminando con i 150 gr. degli ultimi giorni. In prossimità dell'acacia ho tolto le trappole.
Ho sempre impoverito le famiglie fornendo favi già costruiti e prelevando covata opercolata che mi è servità per fare nuclei o per rinforzare le famiglie scarse.
Ho una famiglia con covata calcificata che spero risolva da sola la sua problematica per il resto mi sembrano tutte ok dal punto di vista sanitario. Con molta probabilità toglierò la regina a tutte le famiglie per fare un sacco di nuclei e rinnovare le regine.
Vado a smielare quel po' di tarasaco-colza prodotto speriamo nell'umidità bassa altrimenti cominciano altri pensieri.
Dell'acacia oramai prendiamo quel che viene senza troppo ottimismo, speriamo nel castagno e nel millefiori.
Buona apicoltura a tutti e se va male il raccolto pensiamo a preparare la prossima stagione facendo nuclei con regine nuove!!!


domenica 18 aprile 2010

Diario di inizio stagione


Il mio apiario è uscito dall'inverno come tanti altri apiari del fvg malconcio. Di recente i giornali locali hanno pubblicato due articoli sulla situazione apistica del nord est. Il gazzettino ha evidenziato una drammatica moria di circa il 50% di famiglie d'api evidenziando bene la situazione reale. Il messaggero veneto ha invece scritto che và tutto bene e che le api sono tornate massicciamente. Non commento!
Tornando alla mia situazione a marzo avevo circa metà famiglie da pianto. Sfruttando le poche famiglie forti e una spinta data dalla nutrizione ora la situazione è notevolmente migliorata tanto che penso le porterò tutte in forze per l'acacia.
Non comprate nutritori vanno benissimo i cartoni del latte accuratamente lavati!!! Praticate due tre forellini con un ago posizionateli nel foro del coprifavo e le api gradualmente succhieranno tutto il liquido. Il tappo lasciato in verticale sarà comodo per riempire nuovamente il tutto.
Ho applicato su tutte le casette il telaino Campero e sono molto soddisfatto delle indicazioni che mi dà, di come viene costruito dalle api e anche dal punto di vista psicologico mi tranquillizza e non mi fà pensare all'ossalico, all'apistan, al timolo etc., pensieri rimandati a dopo.
Il tarassaco non è nei miei pensieri e guardando i melari nemmeno in quelli delle api.
In questi giorni di bel tempo ho posizionato le trappole per il polline (da poco costruite trappole Metalori) e direi che i due raccolti effettuati (circa 50 gr. per famiglia) mi soddisfano. Le famiglie non soffrono questi passaggi forzati e continuano con un buon via vai di bottinatrici.
Anche se ho già raccolto uno sciame (per errore avevo tolto una regina!! e non ho capito quello che mi diceva il telaino indicatore) le famiglie solo ora iniziano a costruire qualche cupolino ma costruiscono bene il Campero.
Avendo bisogno di nuclei, in prossimità dell'acacia toglierò tutte le regine (realizzando famiglie di due favi di covata + uno di scorte) e lascierò nel ceppo originario una bella cella reale e un diaframma..... con due melari!
Se non dovessi avere particolari problemi con le sciamature questa operazione la farò a luglio dopo il castagno.
Visito le api ogni 6 giorni (e ogni giorno raccolgo il polline) ma quando la pressione sciamatoria aumenterà scenderò a 5 giorni tra una visita e l'altra.
Ogni volta impoverisco le famiglie forti prelevando un favo di covata e lo uso per rinforzare altri alveari o per fare nuclei.
Le famiglie orfanizzate dovrò subito dopo l'acacia trattarle quando la covata sarà tutta sfarfallata con acido lattico (mi tenta! dato per poco inquinante) oppure ripiegherò su un ossalico gocciolato.
Spero di sopravvivere così fino a....................difficile da dirsi!!!
Buona acacia a tutti.

venerdì 26 marzo 2010

Il salice: bellezza infinita


Le cose semplici e comuni se osservate nei dettagli appaiono come delle bellezze infinite. Voglio condividere con Voi i primi scatti del 2010. Ho cambiato macchina fotografica e sono in grossa crisi. I primi scatti decorosi del nuovo anno apistico li pubblico solo ora.
Il tempo non è stato clemente, non ha favorito molto nè visite in apiario nè foto.
Ho approffitato del primo rialzo delle temperature per visitare, nelle nostre zone fluviali molto popolate dai salici, le numerose bottinatrici che si tuffano in queste macchie gialle. L'ape in questi fiori si imbratta completamente di polline offrendo degli spunti fotografici notevoli.
Nella zona del Polcenighese (PN) si notano tre tipi di salice: in prevalenza Salix Caprae con un fiore giallo con numerosi amenti che cadono a grappolo dove le api si aggrappano per ricercare i nettari c imbrattandosi di polline. Non è raro vedere l'ape penzolare sospesa con una sola zampa (maledizione non sono riuscito a cogliere l'attimo!!!!!!!!!!!): Salix alba con le "spighe" lunghe e giallo chiaro chiamato anche salice bianco e il bellissimo Salix Purpurea (Salice Rosso) con dei fiori mozzafiato.
Le api quando bottinano di mattina si imbrattano molto di polline e nella fase di avvvicinamento al fiore sono molto lente permettendo ottimi spunti . Nelle prime ore del pomeriggio i fiori danno meno nettare e polline e le api sono più nervose e scattanti mettendo a prova la pazienza del fotografo.
Nella sezione "photo" trovate questi primi scatti.
Vi segnalo questo sito veramente completo per la determinazione delle specie florali:
www.actaplantarum.org

mercoledì 17 marzo 2010

Metalori e le sue trappole!!


Ha divulgato gratuitamente le sue trappole e i suoi metodi di raccolta e conservazione del polline condividendo con tutti gli apicoltori le sue intuizioni. Già questo ispira grande simpatia e rispetto.
Anche la sua conferenza come quella di Campero ha rimotivato e ce n'era particolare bisogno dopo le depressioni invernali da moria di famiglie.
Metalori dice che la sua conversione ad apicoltore raccoglitore di polline deriva da tre motivazioni:
- avere autosufficienza in questo settore
- integrare il reddito aziendale
- valorizzare un prodotto biologico locale
La sua trappola (la potete osservare nella serie di fotografie pubblicate su "PHOTO") consiste nell'intuizione che se le api si possono appoggiare su delle mensolette prima di attraversre il foro, il tutto diventa più efficace e si ruba più polline. Per poter far cadere il polline nel cassetto si deve praticare un taglio rettangolare a livello del predellino e sotto di questo si posizionerà un ampio cassettino che permetterà un accumulo giornaliero di polline anche di 1 Kg.
Pertanto è una trappola che ha un ottimo rendimento, semplice, facilmente asportabile e riposizionabile e ci dà polline da subito, giorno dopo giorno.
Vengono scelte le zone più pollinifere posizionando 2/3 trappole e osservandone i risultati. Conviene puntare sulla qualità e non sulla quantità (es. il polline di mais è cattivo).
La trappola si metterà la sera e si toglierà quando non è più conveniente il raccolto. Vengono messe a tutti gli alveari e se una famiglia non dà polline probabilmente è orfana.
Metalori consiglia di tenere il primo polline per darlo alle famiglie con uno speciale candito che lui stesso prepara: 15 Kg. zucchero a velo, 5 lt. sciroppo di fruttosio e 1Kg di polline.
Questo candito verrà fornito alle api in pani da kg. 1 in primavera e in tarda estate.
Il polline va' raccolto tutti i giorni con elevata umidità ambientale o del polline.
Il polline verrà vagliato, congelato, essicato a temperatura di 25/27 gradi per 5 giorni.
Alla fine del ciclo dovrà possedere una umidità non superiore a 13%. Verrà confezionato sotto vuoto.
La sua azienda tratta anche il polline fresco, venduto dopo congelamento. E' un prodotto con una qualità immensa ma che richiede accortezza nell'utilizzo e fidelizzarsi una fetta di consumatori molto attenti alla qualità del polline.
Le foto delle trappole le potete visionare su "photo"; sono descrittive di varie trappole che si possono realizzare in base all'arnia che si possiede.
Coraggio il polline ci attende, nel frattempo ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,passiamo in falegnameria.

lunedì 15 marzo 2010

CAMPERO A TUTTO CAMPO. INCANTA LA PLATEA!



Un'energia inversamente proporzionale alle sue dimensioni fisiche. Ha parlato per un'ora e mezza, la mattina in Fiera a Pordenone nel Convegno organizzato dal Consorzio Apicoltori di Pn. Frenato dal moderatore Prof. Frilli che logicamente doveva far rispettare i tempi del Convegno, ha dato il meglio di sè nel pomeriggio alla Sala Convegni del Villaggio del Fanciullo nell'extra-time del suo intervento: altre due ore e mezza nelle quali ha veramente affrontato a 360° il mondo dell'apicoltura.
Ha esposto con la semplicità e l'umiltà che caratterizzano le persone di sapere, di scienza...ma anche di pratica, tanta pratica, tanta osservazione e rispetto nei confronti dell'ape e della natura.
Fare una sintesi delle due relazione è impresa quanto mai ardua. Ci proverò.
Innanzitutto Campero utilizza un linguaggio un attimo diverso da quello convenzionale. Parla di superorganismo e non di famiglia di api, parla di superorg. a sesso femminile costante per la famiglia senza fuchi e di ermafrodita periodico nel periodo di allevamento fuchi.
La rigenerazione è la normale covata che fà la regina e se quest'ultima viene sostituita sempre di rigenerazione del superorganismo alveare si tratta.
La gravidanza invece è la sciamatura, il parto di questo superorganismo, la sua riproduzione.
Procediamo ora con un po' di ordine. In questo mese controllando l'apiario notiamo famiglie molto squilibrate. Campero non ama il pareggiamento delle famiglie. Parla di riordino dell'apiario. Dalle famiglie scarse estrae la regina con un pugno di api e le mette su un piccolo nucleo in parcheggio. I restanti favi con api (orfani) vengono lasciati dove stanno per almeno 24 ore perchè si rendano conto dell'orfanità e poi vengono riuniti con un altra famiglia. La famiglia forte produce calore, più calore più covata. In queste situazioni il suo telaino T3 funziona bene.
Quando l'alveare ha la spinta per diventare ermafrodita si prepara per la riproduzione allevando un gran numero di celle da fuco. Lo spazio destinato ai fuchi in un bugno villico è tutto su una porzione di favo. Noi abbiamo invece nei nostri alveari molti favi con celle a fuco sparpagliate. Facciamo il gioco della varroa. Lavorando con regolarità con il T3 diamo spazio alla costruzione dei fuchi e i restanti telaini verranno costruiti interamente a covata femminile. Il T3, telaino trappola non è altro che un telaino con la porzione superiore occupata da una tavoletta orizzontale di legno di 6 cm spessore 28 mm che impedisce alle api di deporre miele. Il restante spazio è diviso in tre parti, due di queste all'inizio sono coperte da due tavolette di legno ingegnosamente bloccate. Il terzo settore libero viene posizionato nella parte anteriore dell'alveare. Lì le api, se hanno questa spinta, dovrebbero costruire celle da fuco. Il T3 si posiziona se la famiglia ha 4 favi di covata, lateralmente alla stessa, se ne ha sei si può posizionare al centro. Dopo 7 gg controllo la costruzione e se è costruita a fuchi libero un'altra porzione di telaino. Così dopo altri 7 gg. Nella successiva visita comincia il taglio dei fuchi. Il telaino trappola comincia ad asportare varroa. Si noti che ogni varroa ad inizio stagione equivale a 100 varroe a fine stagione!!!
L'aspetto fondamentale è che il T3 funziona da indicatore della famiglia, basta leggerlo...e saperlo leggere naturalmente. Ci vengono in aiuto in questo caso le numerose pubblicazioni di M. Campero.
Quindi si visita ogni 7 gg., più si avvicina il periodo della sciamatura più si accorciano i tempi tra una visita e l'altra fino ad arrivare ai 5 gg del periodo sciamatorio.
I favi ritagliati si mettono in un secchio munito di coperchio e vengono scerati. Questa cera è la migliore!!
Nel periodo dell'acacia se le api non costruiscono più meglio togliere il T3 e rimetterlo appena finisce l'importazione.
Se l'alveare entra in febbre sciamatoria, ci accorgiamo che non costruisce più. Non produce cera, non importa nettare, cessa di alimentare la regina che assotiglia il suo addome e rallenta la deposizione. In questo caso è inutile prolungare la febbre sciamatoria, Campero suggerisce la Messa a sciame della famiglia. In pratica si tolgono tutti i favi di covata con un certo quantitativo di api giovani e si spostano in una nuova arnia spostandola di alcuni metri. Le bottinatrici (Campero non ama neppure questo termine, preferisce raccoglitrici, meno dispregiativo) torneranno nel ceppo originale. Vengono forniti due, tre fogli cerei che con i due di scorte fanno 5 due diaframmi, escludiregina e melario. Ecco uno scaime artificialmente creato dall'apicoltore che ripartirà con ottima spinta.
Se invece succedono delle sciamature naturali, si potrà recuperare lo sciame e metterlo al posto del ceppo originario. Recupererà quindi le bottinatrici. 5 fogli cerei, diaframma escludiregina e melario della famiglia originale. Se questo sciame alleverà celle da fuco significa che vorrà sostituire la regina come spesso accade nelle sciamature. Potrà recuperare il T3.
In tutti questi casi il ceppo con il T3 è un tesoro che si presta a svariati utilizzi. Le numerose celle reali devono essere impiegate già nelle prime 12 ore, altrimenti le poche api rimaste salvano solo una cella reale e le altre le fanno fuori. Quindi poche idee....ma ben chiare da subito.
Questa messa a sciame può essere anche sistematica.
E' evidente che l'alveare messo a sciame non ha covata e si presta ad un trattamento. I favi che compongono il vecchio ceppo e che dovranno farsi la regina possono anche essere riuniti utilizzando le regine messe in parcheggio. Ve le ricordate ?
Se invece aspettiamo che si faccia la nuova regina, una volta sfarfallata la covata abbiamo una situazione ideale per trattare.
Trattare con cosa? Campero ci ha confidato che tratta da un po' con l'acido lattico. Ben tollerato dalle api, non le avvelena, di facile preparazione (1-1-1 1kg. di acqua, 1kg di zucchero, 1kg. di acido lattico) si somministra con le stesse modalità dell'ossalico sgoggiolato.
Se la famiglia costruisce molto da fuco, posso sfruttare questo istinto e inserire un telaino da nido vuoto che verrà costruito interamente da fuco e che poi noi asporteremo o utilizzeremo quando la covata è recettiva in un'altra famiglia.
Stimolato da numerose domande M. Campero ha spiegato nei minimi particolari come si comportano gli sciami selvatici.
Stimolato da una domanda sul metodo Mussi ha risposto con franchezza dicendo che rispetta il metodo e considera un amico il Signor Mussi ma non è per niente convinto della sua validità e che non funziona se associato con il T3 in quanto le api costruiscono rispettando lo spazio a 37 mm, pertanto costruiscono male.
Consiglia inoltre di recuperare la distanza tra i telaini utilizzando i distanziatori da 12 favi tagliando gli ultimi due spazi. Anche il melario secondo lui dovrebbe essere da 10 favi e non da 9 in quanto le api asciugano con più difficoltà il miele.

Campero ci ha veramente affascinato. Il Consorzio Apicoltori di Pordenone ha veramente colto nel segno, la folta partecipazione ne è testimonianza.





lunedì 22 febbraio 2010

Progetto "Amicape" nelle scuole medie

Nella scuola media di Fontanafredda è partito il progetto Amicape che vedrà coinvolte le classi prime. Sono previste due lezioni a classi riunite dove verranno trattati i seguenti argomenti:
- Osservando un'ape al pascolo
- Quando e dove osservare le api
- Curiosando nell'alveare
- La sciamatura
- La comunicazione all'interno dell'alveare
- Anatomia dell'ape
Gli argomenti sono stati presentati al computer in videoproiezione e sono a disposizione di tutti gli alunni che vorranno scaricarli e riguardarseli. Basta andare in Presentation, seguire le istruzioni di ogni pubblicazione e scaricare liberamente i file in formato pdf. Il formato pdf richiede il programma adobe reader che può venire anch'esso scaricato gratuitamente. Se la procedura risulta complessa chiedete pure alle Vostre insegnanti di matematica che vi aiuteranno.
Le varie classi nel mese di marzo elaboreranno i singoli elementi e allestiranno raccordandosi tra di loro, coordinate dalle Prof. di scienze una mostra di fotografie (messe a disposizione da fotoapi) creando delle didascalie che spieghino bene l'argomento a loro assegnato. Faranno successivamente da ciceroni agli alunni delle altre classi.