sabato 11 dicembre 2010
Convegno esperti apistici Udine 11 dicembre 2010
"La crisi del settore è documentata dai numeri: negli ultimi 5 anni persi 5000 alveari, un terzo del patrimonio apistico della provincia. Ogni anno si deve rinnovare almeno il 50% delle famiglie. Gli apicoltori lavorano l'80% per salvare le famiglie e il 20% per il raccolto. Il Consorzio di Udine ha chiesto alle istituzioni (competenze demandate dalla regione alla provincia) di avere 2 tecnici apistici a tempo pieno per operare efficacemente nel territorio.
L'appello è all'assessore provinciale:
-Da soli non riusciamo a difenderci. L'ape dà all'apicoltore un 10% il restante 90% va a favore di ambiente e agricoltura. Celli, noto studioso, ha affermatoche l'ape dà all'ambiente la quantità di soldi pari al fatturato della Fiat."
Il Consorzio ha trovato nell'Assessore Provinciale un sensibile interlocutore che sostiene la nostra causa facendo nascere un po' di ottimismo per un sostegno non solo economico promesso che potrà dare un po' di fiato e fiducia al settore.
Il ricercatore Nazzi ha trattato "Cause del collasso delle colonie di api":
I collassi di colonie di api non sono una novità. Già all'inizio del secolo scorso (malattia dell'Isola di Wight) furono estesissme le colonie collassate in quei luoghi. Dapprima inspiegabili, furono poi ricondotte a infezioni virali e avversità atmosferiche.
Nel 2006 segnalate dagli americani come CCD, nel 2007 osservate in Europa ma legate agli agrofarmaci e poi unite ad altri fattori, oggi continuano le sagnalazioni e l'incertezza.
Ci sono 17 definizioni di CCD (cause del collasso), alcuni ancor oggi dubitano sulla loro esistenza.
Questi collassi li possiamo osservare in Primavera ( causa avvelenamenti, perdite sparse nel territorio a macchia di leopardo e probabilmente dovute a scorretto impiego di fitofarmaci).
Oppure nel periodo Autunno invernale con cause parasssitosi, stress nutrizionali etc, perdite dal 30 asl 50 % e diffuse in tutto il territorio italiano, con soluzioni per ora insufficienti.
Noi dobbiamo logicamente concentrare la nostra attenzione su queste ultime.
Il problema è serio e riguarda tutti (associazioni, apicoltori, ...per finire a gente comune e politici) in quanto una buona fettta di vegetali, circa un 40% hanno come impollinatori esclusivi le api. Sono di gran lunga le più presenti nell'impollinazione, ma non scordiamo anche le problematiche che stanno affrontando gli altri apoidei e gli ecosistemi.
Nelle varei ricerche che si sono succedute in questi ultimi tempi, quella del 2010 in Germania è probabilmente la più precisa e scentificamente seria per numero e strumenti utilizzati ha stabilito una connessione diretta tra collassi, infestazione da varroa e infezione virale.
L'acaro centra e questo è un punto certo.L'acaro ha una linea equatoriale, verso nord ( USA 30% di perdite, Europa dal 10 all'85%, Japan 25%) fa danni, veso sud ( Sud America, Africa, Australia non vengono segnalate perdite per collasso). Dati da interpretare.
Non mi dilungo più di tanto sulla sempre precisa relazione del Dottor Nazzi, diciamo che la varroa distrugge a testate il sistema IMMUNITARIO DELL'APE e successivamente i virus hanno gioco facile nel mettere Ko l'ape accorciandone in modo drammatico la vita e provocando il collasso della colonia.
Cosa si fà adesso?
Chi fa cosa? Ad ognuno spetta la sua parte:
Ricercatori garantiscono:
-sperimentazione scentificamente seria
-Controllano l'efficacia dei principi attivi (timolo e ossalico sono ancora affidabili)
e danno le linee guida per effettuare correttamente i trattamenti. Ad esempio si è notato che la reinfestazione di fine anno può arrivare anche a picchi di 60/70 varroe al giorno. Da qui l'importanza del trattamento simultaneo per territorio e l'importanza di contenere la sciamatura per evitare dispersione di famiglie nel territorio che poi vengono regolarmente saccheggiate.
I sperimentatori hanno notato che dare polline in tarda estate allunga la vita delle api. Ma cosa del polline fà così bene? Da verificare.
GLI APICOLTORI COSA POSSONO FARE?
-Trattare adeguatamente
Prevenire la sciamatura
Sostenere le colonie, se il caso con alimentazione anche a base di polline.
COSA DEVONO FARE I CONSORZI?
-Istruire gli apicoltori
- Sostenere gli apicoltori
- Coordinare gli sforzi
LE ASSOCIAZIONI:
- fare da tramite tra gli apicoltori e le istituzioni ( trattamenti, veterinari, fiscalità)
Mie riflessioni:
In uno scenario politico di fantanatura non è azzardato sostenere che è in atto uin complotto contro l 'ape:
- parassita abilissimo e quindi fuori controllo (varroa)
- virus nuovi (CCD) che superano facilmente le deboli difese immunitarie
- patogeni nuovi (nosema)
- pesticidi nuovi (agricoltura allo sbando per abuso di produzione e di monoculture)
- Stress nutrizionale in certi periodi dell'anno ( ad agosto una volta si smielava melata ora si nutre altrimenti le colonie muoino di fame)
Nonostante tutto la natura quest'anno sembra averci accordato un anno di riflessione, le colonie di api sono più che decorose rispetto agli anni passati e in Friuli, anche se non mancano zone di moria, la situazione e soddisfacente.
DELLA VEDOVA: TECNICHE APISTICHE PER CONTRASTARE LA VARROA
La situazione in Friuli quest'anno è la seguente:
- famiglie mediamente forti
-infestazione contenuta
-scorte disomogenee
Da Ottobre si sono verificate condizioni climatiche critiche ( due mesi di piogge continue). Alcuni apicoltori hanno avuto perdite elevate.
Dovrebbe essere effettuata una visita per sistemare i nidi e fare assolutamente il trattamento con l'ossalico gocciolato.
Nel Friuli chi ha fatto i timoli + apistan si è trovato bene. Chi ha fatto solo i timoli ha perso numerose api.
Verso metà luglio si ha il punto di non ritorno della colonia, bisogna trattare prima.
COSA FARE?
- produzione di nuovi nuclei (saranno le famiglie più forti il prossimo anno)
- Blocco di covata
In situazioni di estrema infestazione (luglio-agosto) sarà opportuno METTERE A SCIAME la famiglia. Favi di covata estratti si eliminano.
Il BLOCCO DI COVATA prevede il confinamento della regina ( luglio) per 18/21 giorni, quando libero la regina tratto con ossalico.
PETRIN (tecnico apistico): NUOVA ARNIA
Il Signor Petrin da sempre alla ricerca di nuove soluzioni per l'apicoltore, ha presentato una modifica dell'arnia razionale a 10 telaini. In pratica il decimo telaino è separato dagli altri da una escludiregimna verticale che non permette l'uscita della regina da lì, quindi il blocco di covata per confinamento della regina diventa una azione a portata di tutti. Basterà individuare il telaino con la regina e spostarlo in ultima posizione. La regina continua a deporre e questo telaino sarà attrattivo per la varroa. Alla fine dei 18/21 giorni si libererà la regina e si asporteranno il telaino con covata. La complessità è strutturale, cioè modificare tutte le arnie e dotarsi dell'escludiregina verticale, nonchè cambiare i distanziatori usando quelli da 12 tagliati a 10 che hanno lo spazio ape leggermente ridotto.
L'arnia proposta da Petrin ha altre interessanti modifiche, ad esempio il predellino che può essere inclinato a nostropiacimento, oppure la possibilità d'inverno o durante i trattamenti evaporanti, di inserire un fondo di legno che la chiuda.
Altri inteventi hanno chiuso i lavori di questo interessante convegno.
Spero di aver riportato fedelmente anche se in estrema sintesi gli interventi dei relatori. Per eventuali inesattezze mi scuso con i relatori e con i lettori.
venerdì 15 ottobre 2010
Cattura di uno sciame selvatico
La cattura di uno sciame selvatico mette sempre un po' di apprensione. In questo caso invece tutto è filato liscio senza nessun intoppo.Preziosa la collaborazione degli operatori del comune di Sacile che hanno predisposto una impalcatura impeccabile che mi ha permesso di lavorare in assoluta comodità e sicurezza. Un bell'esempio di sinergia tra vigili urbani, Comune e Apicoltore. Le api ora verranno trattate con i prodotti acaricidi, nutrite poichè avevano scorte quasi a zero e rischiavano di morire di fame. Lo sciame è stato inarniato come stava, segando semplicemente il ramo che lo sosteneva e introducendolo in una doppia arnia.
Speriamo sopravviva. Il prossimo anno lo metterò in un arnia a vetri e si potrà osservare l'incredibile lavoro di questi laboriosi insetti in condizioni quasi naturali.
Le foto dello sciame sulla sezione "photo".
martedì 12 ottobre 2010
Le fioriture di settembre e ottobre del Palù del Livenza e altri incontri.
La zona del Palù del Livenza a Polcenigo (PN) offre anche in autunno straordinarie fioriture ed occasioni irripetibili per osservare i fenomeni naturali, in questi territori fortunatamente abbandonati dall'uomo e riccamente popolati di insetti e altri animali (cinghiali, cervi, aironi etc..). E' un momento magico per le libellule che si accoppiano in voli instancabili nelle ore più calde della giornata. Le api sono tutte sugli aster riccamente colorati. Dove è maggiore la presenza di api e altri insetti impollinatori notiamo una nascosta ma significativa presenza di predatori. Mantidi religiose e ragnetti sono sempre in agguato. Se l'occhio si alza non è raro scorgere aironi cenerini in volo e sentire il verso del falco a caccia di cibo. Nel fitta vegetazione che custodisce le sponde del fiume Livenza si notano numerosi corridoi che penetrano la vegetazione, sono tracciati dai numerosi cinghiali e cervi che popolano l'area. Le foto presentate in ordine sparso e non ancora tutte classificate per specie vegetale vi introducono in questa passeggiata naturalistica spero senza annoiarvi. Sono circa 70 foto che raccogono i migliori scatti di settembre e metà ottobre.
Buona visione.
giovedì 23 settembre 2010
Il Miele della Valtellina verso la DOP!
Riceviamo questa nota dal Presidente dell'APAS Associazione Produttori apistici di Sondrio Giampaolo Palmieri:
"L'apicoltura della nostra Provincia sta vivendo una fase molto importante: il 15 ottobre si terrà una "riunione di pubblico accertamento" indetta dai funzionari del MIPAF per la DOP del Miele della Valtellina. Questa "audizione pubblica" è l'atto conclusivo dell'iter di analisi e vaglio che il Ministero ha effettuato per verificare l'idoneità della nostra richiesta di DOP per il "Miele della Valtellina" .....poi sarà inoltrata a Bruxelles.
Crediamo che la DOP rappresenti un importante modo per valorizzare le produzioni di qualità italiane ed in particolari i nostri mieli. E' nostra speranza che questa esperienza possa essere un banco di prova per verificare e valutare questo percorso che attualmente offre pochi riferimenti. Come è nostra usanza il Know now maturato è a vostra disposizione e i documenti di riferimento vengono sempre e costantemente pubblicati sul nostro sito www.apicoltori.so.it.
La riunione di pubblico accertamento si terrà al Polo Fieristico di Morbegno venerdì 15 ottobre 2010 alle ore 10,00.
Con amicizia e stima
Giampaolo Palmieri
Fotoapi e penso tutti gli apicoltori del Friuli fanno il tifo con i colleghi lombardi per il futuro raggiungimento di questo importante obiettivo che nobilita e incoraggia l'intero settore apistico.
sabato 18 settembre 2010
Ambiente in festa - San Giorgio di Nogaro 25/26 Settembre 2010
A San Giorgio di Nogaro nei giorni 25 e 26 settembre 2010 nella sala consiliare del Municipio ci sarà la mostra: "Biodiversità e api: valori preziosi". L'occasione è "Ambiente in Festa" iniziativa voluta dal Comune di San Giorgio di Nogaro allo scopo di promuovere la sensibilizzazione dei cittadini verso le tematiche ambientali attuali. Orari 9.00 - 19.00.
mercoledì 25 agosto 2010
Api e biodiversità: valori Preziosi - Brugnera Flora e Fauna 2010
Dopo la bella esperienza di Porzùs, abbiamo un'altra occasione per far passare importanti messaggi di tutela e rispetto della natura. Il titolo "Api e biodiversità: valori preziosi" è anche un invito alle varie associazioni che hanno a cuore la natura di fare sistema. Solamente uniti la nostra voce potrà arrivare alle orecchie dei politici. Se il rispetto è compito di tutti noi cittadini, la tutela dell'ambiente è obbligo dei politici che spesso glissano. Che la società stia cambiando, lentamente, è fuori dubbio. Caccia, pesca, gabbie, inquinamento, sono parole che cominciano ad infastidire la sensibilità dei più. Le potenze economiche che alimentano questi fattori sono indubbiamente granitiche, ma il vento ci stà aiutando, gradualmente ne sono certo ce la faremo a ridare dignità e rispetto a tutte le forme di vita. Non siamo noi sopra di tutti ma alla pari con tutti. Sappiamo e per questo dobbiamo.
mercoledì 18 agosto 2010
Inaugurata la 24° edizione del "Concorso mieli città di Sacile"
Una sede di una bellezza sconvolgente il Palazzo dell'ex pretura di Sacile da poco inaugurato, adiacente alla chiesa di San Gregorio altro luogo di prestigio del Sacilese.
Bella e fantasiosa la seconda foto di Alessandra Perin che ha saputo creare uno scenario equilibrato, semplice ma raffinato usando elementi di fantasia, come pure belle sono le altre sue due foto. Bella creatività, bei messaggi.
La Sagra di Porzus
Il tempo ha miracolosamente tenuto permettendo una completa e splendida riuscita della festa di Porzùs. Una manifestazione perfettamente equilibrata in tutte le sue componenti. La bellezza della natura e del cielo sempre in pericoloso movimento, è stata pari al perfetto equilibrio degli eventi della manifestazione. Le mede allestite in velocità e abilmente, la cucina di notevole qualità ed apprezzatissima dai numerosi visitatori, i vari stand perfettamente inseriti nel contesto culturale voluto dagli organizzatori, si sono sposati perfettamente con l'armonia e la bellezza della natura di Porzùs.
giovedì 5 agosto 2010
Api e biodiversità: valori Preziosi - Porzùs 2010
Il 15 Agosto a Porzùs, Attimis (UD) in occasione della 15 ed. della Festa della Meda e del Miele di Montagna, allestiremo la mostra fotografica "Api e biodiversità: valori preziosi".
venerdì 23 luglio 2010
Girasole!!
Per il mio territorio è stata una bella novità, numerosi ettari a girasole. Un colpo d'occhio di inusuale bellezza. Un aiuto agli apoidei del territorio di non poco conto. Ogni fiore era visitato da almeno un'ape e da numerosi altri insetti. Un luogo ottimale per scattare originali fotografie.
venerdì 2 luglio 2010
BIOIVERSITA'
Il 2010 è l'anno della biodiversità. La bellezza della nostra natura è la ricchezza della nostra esistenza. La biodiversità è l'assicurazione sulla vita del nostro pianeta. Secondo gli esperti nei prossimi 30 anni il 25% della flora e della fauna potrebbe scomparire per sempre.
giovedì 10 giugno 2010
Le catene alimentari
La natura sembra spietata eppure gioca in perfetto equilibrio. Le foto vi propongono una scena crudele: un ragno che cattura un'ape e... questa sarà il suo pasto. Le catene alimentari permettono la sopravvivenza reciproca in uno straordinario gioco di equilibri che sembra resitere anche alla prepotenza ed incoscenza dell'uomo. Il ragno preda l'ape e a sua volta è mangiato dalla lucertola che finisce in bocca ad un uccello che è predato da un falco e così via. Tutto questo è equilibrio. Volete esempi di non equilibrio? I ricci spiaccicati sull'asfalto, idem per i rospi che compiono le loro migrazioni riproduttive, le api sterminate dai concianti, i disastri compiuti dai diserbanti. I bracconieri che con le reti catturano quintali di barbi e cavedani in riproduzione......etc. Piccoli esempi che abbiamo sull'uscio di casa.
Bravi gli alunni delle classi prime i Fontanafredda
AMICAPE
Si è concluso Mercoledi 09 giugno il progetto Amicape della Scuola Media di Fontanafredda. Il progetto coordinato da Fotoapi ha coinvolto le insegnanti di Scienze e gli alunni delle cinque classi prime.
I lavori eseguiti sono stati veramente di ottimo livello così come la capacità degli alunni di esporre le loro relazioni. Efficaci nel contenuto e originali nella forma i vari cartelloni illustrativi dei singoli argomenti. Gli allievi sono stati ben diretti e motivati dalle loro insegnanti che hanno profuso notevoli energie in periodi scolastici particolarmente densi di lavoro. Le proff. di ed. artistica hanno stimolato i ragazzi nella creazione di bellissimi pannelli decorati con api, fiori e vari insetti.
Con il finanziamento ricevuto le insegnanti hanno comprato tre stereoscopi che arricchiranno il laboratorio di scienze. Tutti gli alunni hanno potuto dunque osservare, dimostrando interesse, le particolarità anatomiche delle api, del polline e dei fiori.
Alcune ragazze hanno gestito lo "spazio trofallassi" facendo assaggiare ai loro compagni alcuni tipi di mieli. I vasi sono stati tutti velocemente svuotati.
In definitiva possiamo dire che le nuove generazioni sono molto attratte dai temi ambientali, stà a noi insegnanti sensibilizzarli, poi la loro curiosità farà germogliare quel seme del rispetto e del vivere in armonia con la natura......che con noi "vecchietti" non ha funzionato.
Le foto della giornata sulla sezione "photo".
sabato 22 maggio 2010
Inseguendo le api per i prati del Polcenighese
martedì 11 maggio 2010
Seconda settimana di pioggia: zeru acacia!
Altri giorni di pioggia e inevitabilmente l'acacia se ne và. L'avevamo previsto. Una stagione con poco tarassaco (freddo) mescolato con un po' di colza e zero acacia darà sicuramente problemi nel proseguio. Il famoso anno zero, preventivato dopo la sparizione della melata sembra essere proprio questo. Se continua ancora dopo questa settimana, dovremmo veramente preoccuparci di nutrire oltre ai nuclei anche le famiglie.
Domenica ho guardato tutte le famiglie nell'unico giorno di bel tempo. Dalle 7.30 alle 14.00 ininterrottamente senza un attimo di pausa, senza fare nemmeno una foto!!! O si fà l'Italia o si muore. O si guardano bene oppure sciameranno. Trenta famiglie avevano costruito bene il Campero, ho ritagliato un terzo completo a fuchi opercolati. Non particolare voglia di sciamare. A tutte queste famiglie ho prelevato un favo di covata opercolata e ho costituito 10 nuclei. Li ho formati mettendo assieme due favi di covata con relative api e un favo di scorte. Ho prelevato da precedenti famiglie orfanizzate alcune celle di sciamatura opercolate e prossime allo sfarfallamento e le ho inserite al centro dei telaini immergendole nel miele del favo. I nuclei li ho chiusi e alla sera trasferiti in altro apiario lontano.
In altre 5 famiglie che avevo la settimana prima orfanizzato poichè erano in febbre sciamatoria ho lasciato una cella reale sola prossima alla sciamtura. In tre famiglie la regina era già nata ed ho prelevato appena in tempo le celle in più con le nuove regine pronte ad uscire. Mi è andata bene altrimenti sarebbe sicuramente uscito uno sciame con regina vergine e con tutti i problemi annessi.
Altre 5 famiglie non avevano costruito il terzo del Campero, segno chiaro di febbre sciamatoria e relativo sciopero delle api ceraiole, delle importazioni e della deposizione della regina. Ho prelevato la regina e creato altri nuovi nuclei. Questi nuovi nuclei li ho lasciati in apiario di fronte alla casetta originaria.
Nonostante il brutto tempo ho realizzato 15 nuclei nuovi, impiegato una trentina di favi già costruiti (perdite dell'anno precedente) e impoverito le famiglie che altrimenti andrebbero fuori giri per troppa popolazione.
Sabato ricontrollerò tutto, impoverirò ancora se sarà il caso formerò nuovi nuclei utilizzando le celle prodotte dalle famiglie che ho orfanizzato (le guardo per ultime dopo aver formato i nuclei).
Nonostante la brutta stagione il Campero continua a funzionare bene,le api continuano a costruire, formo nuovi nuclei, manca solo il miele....
Prossima fioritura: amorpha fruticosa!!
Ciao a tutti.
mercoledì 5 maggio 2010
MALTEMPO!!
L'anno scorso l'acacia era iniziata con una bella grandinata con la fioritura ancora chiusa. Poi però tutto era filato al meglio, splendida fioritura e ottimo raccolto.
domenica 18 aprile 2010
Diario di inizio stagione
Il mio apiario è uscito dall'inverno come tanti altri apiari del fvg malconcio. Di recente i giornali locali hanno pubblicato due articoli sulla situazione apistica del nord est. Il gazzettino ha evidenziato una drammatica moria di circa il 50% di famiglie d'api evidenziando bene la situazione reale. Il messaggero veneto ha invece scritto che và tutto bene e che le api sono tornate massicciamente. Non commento!
venerdì 26 marzo 2010
Il salice: bellezza infinita
Le cose semplici e comuni se osservate nei dettagli appaiono come delle bellezze infinite. Voglio condividere con Voi i primi scatti del 2010. Ho cambiato macchina fotografica e sono in grossa crisi. I primi scatti decorosi del nuovo anno apistico li pubblico solo ora.
mercoledì 17 marzo 2010
Metalori e le sue trappole!!
Ha divulgato gratuitamente le sue trappole e i suoi metodi di raccolta e conservazione del polline condividendo con tutti gli apicoltori le sue intuizioni. Già questo ispira grande simpatia e rispetto.
lunedì 15 marzo 2010
CAMPERO A TUTTO CAMPO. INCANTA LA PLATEA!
Un'energia inversamente proporzionale alle sue dimensioni fisiche. Ha parlato per un'ora e mezza, la mattina in Fiera a Pordenone nel Convegno organizzato dal Consorzio Apicoltori di Pn. Frenato dal moderatore Prof. Frilli che logicamente doveva far rispettare i tempi del Convegno, ha dato il meglio di sè nel pomeriggio alla Sala Convegni del Villaggio del Fanciullo nell'extra-time del suo intervento: altre due ore e mezza nelle quali ha veramente affrontato a 360° il mondo dell'apicoltura.
La rigenerazione è la normale covata che fà la regina e se quest'ultima viene sostituita sempre di rigenerazione del superorganismo alveare si tratta.
La gravidanza invece è la sciamatura, il parto di questo superorganismo, la sua riproduzione.
Procediamo ora con un po' di ordine. In questo mese controllando l'apiario notiamo famiglie molto squilibrate. Campero non ama il pareggiamento delle famiglie. Parla di riordino dell'apiario. Dalle famiglie scarse estrae la regina con un pugno di api e le mette su un piccolo nucleo in parcheggio. I restanti favi con api (orfani) vengono lasciati dove stanno per almeno 24 ore perchè si rendano conto dell'orfanità e poi vengono riuniti con un altra famiglia. La famiglia forte produce calore, più calore più covata. In queste situazioni il suo telaino T3 funziona bene.
Quando l'alveare ha la spinta per diventare ermafrodita si prepara per la riproduzione allevando un gran numero di celle da fuco. Lo spazio destinato ai fuchi in un bugno villico è tutto su una porzione di favo. Noi abbiamo invece nei nostri alveari molti favi con celle a fuco sparpagliate. Facciamo il gioco della varroa. Lavorando con regolarità con il T3 diamo spazio alla costruzione dei fuchi e i restanti telaini verranno costruiti interamente a covata femminile. Il T3, telaino trappola non è altro che un telaino con la porzione superiore occupata da una tavoletta orizzontale di legno di 6 cm spessore 28 mm che impedisce alle api di deporre miele. Il restante spazio è diviso in tre parti, due di queste all'inizio sono coperte da due tavolette di legno ingegnosamente bloccate. Il terzo settore libero viene posizionato nella parte anteriore dell'alveare. Lì le api, se hanno questa spinta, dovrebbero costruire celle da fuco. Il T3 si posiziona se la famiglia ha 4 favi di covata, lateralmente alla stessa, se ne ha sei si può posizionare al centro. Dopo 7 gg controllo la costruzione e se è costruita a fuchi libero un'altra porzione di telaino. Così dopo altri 7 gg. Nella successiva visita comincia il taglio dei fuchi. Il telaino trappola comincia ad asportare varroa. Si noti che ogni varroa ad inizio stagione equivale a 100 varroe a fine stagione!!!
L'aspetto fondamentale è che il T3 funziona da indicatore della famiglia, basta leggerlo...e saperlo leggere naturalmente. Ci vengono in aiuto in questo caso le numerose pubblicazioni di M. Campero.
Quindi si visita ogni 7 gg., più si avvicina il periodo della sciamatura più si accorciano i tempi tra una visita e l'altra fino ad arrivare ai 5 gg del periodo sciamatorio.
I favi ritagliati si mettono in un secchio munito di coperchio e vengono scerati. Questa cera è la migliore!!
Nel periodo dell'acacia se le api non costruiscono più meglio togliere il T3 e rimetterlo appena finisce l'importazione.
Se l'alveare entra in febbre sciamatoria, ci accorgiamo che non costruisce più. Non produce cera, non importa nettare, cessa di alimentare la regina che assotiglia il suo addome e rallenta la deposizione. In questo caso è inutile prolungare la febbre sciamatoria, Campero suggerisce la Messa a sciame della famiglia. In pratica si tolgono tutti i favi di covata con un certo quantitativo di api giovani e si spostano in una nuova arnia spostandola di alcuni metri. Le bottinatrici (Campero non ama neppure questo termine, preferisce raccoglitrici, meno dispregiativo) torneranno nel ceppo originale. Vengono forniti due, tre fogli cerei che con i due di scorte fanno 5 due diaframmi, escludiregina e melario. Ecco uno scaime artificialmente creato dall'apicoltore che ripartirà con ottima spinta.
Se invece succedono delle sciamature naturali, si potrà recuperare lo sciame e metterlo al posto del ceppo originario. Recupererà quindi le bottinatrici. 5 fogli cerei, diaframma escludiregina e melario della famiglia originale. Se questo sciame alleverà celle da fuco significa che vorrà sostituire la regina come spesso accade nelle sciamature. Potrà recuperare il T3.
In tutti questi casi il ceppo con il T3 è un tesoro che si presta a svariati utilizzi. Le numerose celle reali devono essere impiegate già nelle prime 12 ore, altrimenti le poche api rimaste salvano solo una cella reale e le altre le fanno fuori. Quindi poche idee....ma ben chiare da subito.
Questa messa a sciame può essere anche sistematica.
E' evidente che l'alveare messo a sciame non ha covata e si presta ad un trattamento. I favi che compongono il vecchio ceppo e che dovranno farsi la regina possono anche essere riuniti utilizzando le regine messe in parcheggio. Ve le ricordate ?
Trattare con cosa? Campero ci ha confidato che tratta da un po' con l'acido lattico. Ben tollerato dalle api, non le avvelena, di facile preparazione (1-1-1 1kg. di acqua, 1kg di zucchero, 1kg. di acido lattico) si somministra con le stesse modalità dell'ossalico sgoggiolato.
Se la famiglia costruisce molto da fuco, posso sfruttare questo istinto e inserire un telaino da nido vuoto che verrà costruito interamente da fuco e che poi noi asporteremo o utilizzeremo quando la covata è recettiva in un'altra famiglia.
Stimolato da numerose domande M. Campero ha spiegato nei minimi particolari come si comportano gli sciami selvatici.
Stimolato da una domanda sul metodo Mussi ha risposto con franchezza dicendo che rispetta il metodo e considera un amico il Signor Mussi ma non è per niente convinto della sua validità e che non funziona se associato con il T3 in quanto le api costruiscono rispettando lo spazio a 37 mm, pertanto costruiscono male.
Campero ci ha veramente affascinato. Il Consorzio Apicoltori di Pordenone ha veramente colto nel segno, la folta partecipazione ne è testimonianza.