venerdì 23 dicembre 2011

AUGURI DI BUON NATALE MA...

Chiudere l'anno semplicemente con degli auguri mi sembra un po' di routin. Sottopongo alla vostra attenzione alcune perplessità che forse sono solo mie. Probabilmente mi faccio troppe paranoie.
Prima paranoia: Il sito del Palù del Livenza a Polcenigo
Luogo straordianrio come ho più volte detto e fotografato. Straordinario per tre motivi:
- sito archeologico di importanza fondamentale per capire le nostre radici
- zona geografica assolutamente sorprendente: un fiume che nasce fiume con quattro sorgenti che solcano un territorio ancora poco antropizzato, circondato da monti e colline che ne delimitano un bacino che un tempo era un lago. La torba del fondo conserva tuttora una banca di informazioni preziose.
- zona ripariale che offre un patrimonio botanico e di vita animale assolutamente da salvaguardare e proteggere.
Di recente questo ambiente ha ottenuto il riconoscimento di sito UNESCO. Un organismo quindi che riconoce la valenza storica del sito e controlla l'ingresso delle attività umane bacchettando eventuali interventi scorretti. Bene, pronti via due ruspe nel sito che massacrano le sponde iniettando centinaia di pali al fine di proteggere le rive del fiume.
Personalmente vedo questa cosa come una bestemmia in chiesa, come affidare la direzione di un asilo nido al più grande pedofilo del mondo. Poco comprensibile smorzando i toni. Vediamo chi è il committente dei lavori: la ditta che ha da poco rinnovato il diritto di sfruttamento a fini idroelettrici di quest'acqua. Il fiume poco dopo le sorgenti si dirama in due canali, uno và verso il col Longon per il funzionamento della centrale, l'altro continua nel vecchio corso del Livenza prendendo successivamente le acque della sorgente del Gorgazzo. Inutile dire che il ramo vecchio è ai limiti di sopravvivenza poichè l'acqua viene tutta deviata nel nuovo corso.
E' una roba vergognosa. Politici dove siete? Cittadini sveglia!!! La sovrintendenza mi dicono non è nemmeno stata informata di questo, spero non sia vero. Chi controlla chi?
Le rive non hanno bisogno di rinforzi per tratti così estesi, qualche piccolo intervento di rinforzo sarebbe stato più pertinente. Speravo che in questa area si intervenisse con i modi di un neurochirurgo che rimuove un'ernia vicino a importanti centri nervosi, invece noto un intervento di bassa macelleria probabilmente inutile.
Per qunto riguarda le scelte comunali per lo sfruttamento didattico del sito, ho assistito ad un convegno organizzato dal Comune e mi sembra che le idee siano poche, molto confuse e ancora indirizzate verso uno sfruttamento del sito che non mira alla sua tutela. In quei luoghi vale la regola del neurochirurgo, non si devono costruire passerelle per una fruizione di massa, centri visite vari, li dovrebbe entrare chi è veramente interessato in punta di piedi facendosi largo tra la vegetazione. Le masse servono solo per il consenso politico, non conservano il sito nella sua pluralità di sito geografico, storico, di biodiversità animale e vegetale.
Da anni porto gli alunni delle mie classi a scoprire quel sito. Gli alunni sono attratti per un 10% dalla sua valenza storica, per il 50% sono attirati dalle forme di vita che si trovano in acqua, e sulle rive e per il restante dalla selvaticità e integrità del luogo.

Seconda paranoia:
Mentre passeggiavo cercando di osservare qualche bell'animale sulle colline che da Polcenigo portano a Budoia, con assoluto sgomento ho osservato almeno una quindicina di altane di tutte le fattezze che chiaramente non hanno fini di osservazione ma di caccia di cervi, caprioli, cinghiali. Non sono bene informato sulle leggi della caccia ma penso proprio sia così. Bene, personalmente sarei per l'abolizione della caccia ma ritengo che non sia cosa fattibile per ovvi motivi di poteri politico-economici, però cacciare in questo modo fà veramente schifo.
Non c'è nulla di etico nello sparare ad un grosso cervo dopo averlo attirato con il mangiare, l'acqua, avergli offerto una montagna di fieno, aver raggiunto l'altana comodamente con il fuoristrada, aver disboscato mezza area circostante per poter sparare meglio.
Volete fare i cacciatori? Bene, la macchina si lascia a valle, si cammina e non ci sono altane ma solamente territori aperti, arco e frecce e un bel coltello per gli eventuali corpo a corpo. Potete catturare quanti cinghiali volete. Questa è caccia etica e sostenibile. A volte vince il cinghiale a volte il cacciatore. Una volta catturata la preda la si porta a valle sulle spalle.
Così nelle mie passeggiate a sfondo naturalistico alcune volte fotograferò il cinghiale catturato dall'uomo e altre volte viceversa e sarà un fatto del tutto naturale che rientra nel grande sistema delle catene alimentari.
Buon Natale a tutti.

sabato 15 ottobre 2011

ODORE DI BANANE, PERICOLO!!!


L'apicoltore sà che quando apre l'alveare e sente odore di banane e vede le api in questo curioso atteggiamento deve stare un attimo attento a non irretire ulteriormente le api guardiane. Esse assumono infatti questa strana posizione per estroflettere il pungiglione ed emanare una sostanza chimica che ha odore di banana. E' un chiaro segnale di allarme, significa non disturbarmi più altrimenti ti attacco per difendermi.
Il mondo delle api ci riserva sempre comportamenti complessi che non possiamo non ammirare.
Altre foto ritraggono una mantide religiosa con la sua preda. Non è facile per la mantide catturare una libellula, deve sicuramente aver agito con tanta pazienza e con fine tattica per raggiungere il suo obiettivo. Tanto di cappello. Astuta predatrice.
La mantide aveva un gran pancione, era appesa ad un alveare, sicuramente si sarà pappata un gran numero di api, pazienza la natura segue i suoi ritmi e le sue scale gerarchiche, noi possiamo solo osservare e non rompere questi delicati equilibri.

mercoledì 5 ottobre 2011

LE SCORTE PER L'INVERNO


Settembre e ottobre con le loro fioriture hanno compensato le carenze di miele notate in estate. Le colonie si sono abbondantemente rinforzate e numerosa è ancora la quantità di api negli alveari. Le foto testimoniano la costruzione di favi nello spazio lasciato dal coperchio rovesciato sopra il nido.
La fioritura dell'erba medica prima dell'ultimo sfalcio, quelle di tarassaco, tapinambur, edera e numerosi altri piccoli fiori, sostengono l'attività di bottinatura delle api.
Straordinaria natura!!

martedì 27 settembre 2011

Propoli e immersioni di fine stagione


Innanzitutto gli amici del rospo ringraziano tutte le persone, veramente tante che sono venute a visitare nell'ex convento di San Giacomo la mostra "Il coraggio degli anfibi". Sono stati due bei giorni di natura e di dialogo sulle bellezze di Polcenigo. Interessante la conferenza degli amici austriaci che hanno portato una ventata positiva di rispetto per gli animali e la natura in genere. Le autorità di Polcenigo ci hanno onorato della loro presenza e questo ha fatto piacere a tutti "Gli amici dei rospi".
Vi propongo oggi, dopo tanto tempo, due set uno con poche foto di api con propoli nelle cestella. Non è facile fotografare api al rientro con questa medicamentosa sostanza, ma l'aspetto curioso è che in questo caso la propoli ha formato un anello tra le due zampe: un bel problema per l'ape che rischia di trovarsi tutta appiccicata. Esse infatti volano mantenendo le zampe molto divaricate proprio per evitare questo guaio. Vengono aiutate da altre api a scaricare il prezioso raccolto.
Il secondo set riguarda foto sub scattate nel Gorgazzo che è procedendo da est a ovest la prima sorgente del Livenza. L'acqua è cristallina e la presenza di vita sul fondale è straordinaria. Numerosi i Cotus Gobio presenti con colorazione sempre differente. Non c'è sasso che non celi un Cotus. Numerose anche le trote che potete osservare nel video (almeno un paio di Kg. quella più grossa!!!)a lato. Anguille e Gamberi non li ho visti ma bisognerebbe immergersi di notte....faremo anche quello!

mercoledì 24 agosto 2011

IL CORAGGIO DEGLI ANFIBI


Ho il piacere di invitarVi alla mostra fotografica in collaborazione con
- Comune di Polcenigo
- Amici del rospo
dal titolo:
"IL CORAGGIO DEGLI ANFIBI....rospi, rane, salamandre, tritoni e altri intrusi"
che si svolgerà nei giorni:

Sabato 3 settembre e Domenica 4 settembre 2011
nei locali dell'ex Convento San Giacomo a Polcenigo (PN)
in occasione della tradizionale Sagra dei Sest
Domenica
si svolgerà inoltre il convegno con la partecipazione di una delegazione di esperti austriaci che spiegheranno le loro modalità di tutela degli anfibi. Credetemi, anni luce avanti. Dobbiamo solo copiare, senza nemmeno pensare!!!!

La mostra descrive l'annuale migrazione dei rospi in località Santissima, la vita del fossetto con foto curiose di rane, rospi e altre creature legate all'acqua: strane conchiglie, ragni subacquei, lamprede, piccoli pesci che vivono sotto i sassi..etc..
Una rana particolarmente chiaccherona e un po' burbera guiderà lo spettatore nelle incredibili e bellissime forme di vita legate alle straordinarie acque del Polcenighese.
Una immaginaria incursione nelle colline che si estendono tra Polcenigo e Budoia ci permetterà di fare nuove conoscenze con animaletti poco conosciuti: tritoni, salamandre, gamberi d'acqua ..etc.
Popoli coraggiosi che lottano per la sopravvivenza sfidando tutto e tutti per adempiere allo scopo principale delle loro vite: la riproduzione. In questi tempi di scarsezza di ideali e di valori non sarebbe male prendere esmpio da loro.

Per farVi un'idea guardate il trailer (fatto da mio figlio Alessandro).

La mostra si svolge nei locali dell'ex convento San Giacomo. A due passi dal centro di Polcenigo, passata la piazza si prende la stradina che sale a destra e si arriva alla Chiesa. Si gode tra l'altro di una bellissima vista dall'alto di Polcenigo e delle sue acque.

La vostra scampagnata potrà proseguire (dopo aver visitato l'antica Sagra dei Sest) con la visione delle Sorgenti più importanti del fiume Livenza: Il Gorgazzo (fiume che attraversa Polcenigo), la Santissima con la conca del Palù, luogo di insediamenti palaffitticoli (4/5 MILA ANNI A/C), Il molinetto (laghetto e ristorante Trota blu), tutte queste Sorgenti si raggiungono facilmente con una robusta passeggiata. Ne vale la pena!!!
Quelli che amano luoghi selvaggi possono invece intraprendere una camminata che li porterà da Polcenigo a Budoia attraverso le colline (funghi, cinghiali e cervi vi accompagneranno nella vostra escursione).
Interessante inoltre una visita al Parco di San Floriano, un'oasi naturalistica ricavata sulla sommità della collina che si supera entrando a Polcenigo dalla Pianura (Sacile, Fontanafredda) sulla sinistra.
La natura, qui, non manca di certo!!!






sabato 13 agosto 2011

Immersione da....brivido!!


Un Marson che non riesce a fotografare un..Marson (Scazzone in italiano Cottus gobbio nome scientifico) non esiste, è al limite della più sfrenata comicità. Allora con la banda di fuoricervello, ovverosia Dante, pilota militare di aerei e elicotteri, Beppo medico rianimatore (ci vuole, ci vuole...) e Alessandro (mio figlio, l'unico mentalmente centrato)decidiamo di immergerci nelle fresche acque di risorgiva della Santissima. Avrei dovuto scrivere tutto in maiuscolo come segno di rispetto per questo luogo magico. Purezza è forse l'aggettivo che più si intona con il posto, ma potremmo sprecarne molti altri ...incantato, incontaminato, cristallino, stupefacente...etc... Un fiume che nasce fiume ai piedi di una montagna, con una storia straordinaria da raccontare, e gran parte ancora da scoprire. L'acqua in questi primi metri solca infatti una Conca racchiusa tra i piedi del bosco del Cansiglio e le colline che da Sarone continuano fino a Budoia. In questa depressione sono stati trovati numerosi reperti lignei sommersi a testimonianza di un insediamento palaffiticolo datato circa 5000 anni avanti Cristo.
Immergersi in queste acque significa ripassare 7000 anni di storia, è un libro scritto in un codice non conosciuto, ogni cosa ti fornisce un appiglio da decodificare. Ogni cosa ti urla 100 domande...alle quali tu, ignorante, non sai dare risposta. Tutto ciò ti destabilizza e ti costringe ad informarti avidamente.
Il sito, da poco, è passato sotto l'egida UNESCO, un importante passo avanti per la sua tutela. La parola passa ora ai politici.
Beppo è un pesce, si immerge praticamente dalla culla, dicono che sia stato partorito direttamente nel Livenza. E' quello con più esperienza, quello che si immerge nel Meschio (fiume di Sacile) e riemerge con due cavedani, uno per mano. E' quello che sotto acqua lo trovi a ravanare con il corpo infrascato sotto i rami di alberi sommersi. Un elemento socialmente pericoloso, imitarlo significa la morte!!
Se ti immergi vicino a lui, non è raro che per scherzo ti liberi un pesce nel costume. Meno male che oggi abbiamo le mute!!!! Avido cercatore di storia, storia che trova nel greto del Livenza. Ti data anche i sassi, potrebbe scrivere un libro a quattro mani due sono le sue e due quelle del fiume. Lo costringeremo!
Dante è una persona umile che potrebbe raccontare di sè per ore. Pilota militare con un addestramento ferreo alle spalle, istruttore di piloti. Diplomato isef. Viaggia in tutto il mondo e ritorna spesso a Sacile poichè lì sono le sue origini. Anche lui come tutti noi cresciuti tra il Meschio e La Livenza. Incantati dalla magia dell'acqua che corre, incastrati da sempre nelle anse di queste due lingue d'acqua.
Alessandro, mio figlio, è cresciuto provando tutte le cose che ho fatto io. Spazia tra molti interessi, ma penso che anche per lui l'acqua sia una calamita. A 7 anni ha iniziato canoa, pertanto non si contano i bagni fatti in fiume d'estate e d'inverno. Assiduo frequentatore del Meschio, è stato contagiato dalle forme di vita legate all'acqua. Se la cava egregiamente anche con la muta e in apnea. Deve essere sorvegliato, infatti un mio occhio è programmato su di lui, ma oramai ha gambe per camminare in autonomia. Gran palestra il Meschio. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, vale più di una piscina.
Torniamo al nostro posto incantato e alla nostra immersione, in questo caso l'obiettivo non era la storia ma fotografare i Marson. Trovarli, prima di tutto. Che ci siano è fuori di discussione, acque limpide, pure, ossigenate, temperatura ahinoi di 8° costante tutto l'anno, l'ambiente ideale per questi animaletti. Infatti appena ripresi dallo shock termico, ed aggiustata la vista, senza nemmeno sollevare sassi, eccoli li adagiati sul fondo, sulla lama di corrente. Il fondo è tutto ciottoloso e la luce del sole illumina con dei splendidi riflessi la scena. Tutto perfetto per fotografare...con due piccoli problemini: l'apnea e la corrente.
La mia macchina sub è tarata alle dimensioni del portafolio, quindi medio-bassa. L'apnea è un codice di regolamentazione che mi sono dato, quel minuto che passi sotto acqua deve bastare per non rubare troppo all'ambiente, per non essere troppo impattante, ...troppo tecnologico. I mezzi che la natura ti ha fornito devono essere sufficienti, già siamo troppo avvantaggiati con le mute, la maschera etc..
La corrente non ti permette di scattare immagini decorose, infatti è un continuo movimento e non ci sono appigli stabili.
I nostri pesci sono lì sul fondo con delle livree splendide. Una grandissima capacità di adattamento li ha portati nel corso dell'evoluzione a perdere la vescica natatoria e a stazionare sotto i sassi nutrendosi di macroinvertebrati bentonici, ovverosia di larve di tricotteri, gamberetti, sanguisughe, vermi etc...
Le pinne pettorali sono molto sviluppate poiché a loro spetta la funzione di propulsione del nuoto anziché la coda come avviene negli altri pesci; inoltre quando un predatore si avvicina lo scazzone le utilizza per assumere un "comportamento terrifico" in quanto all'approssimarsi della minaccia allarga le pinne pettorali e dilata gli opercoli sperando di spaventare il potenziale aggressore.
La profondità del primo tratto dalle Sorgenti fino al ponte di legno in prossimità della chiesetta è abbastanza varia, si va dal paio di metri all'inizio per arrivare ai 6/7 metri delle varie buche. Numerosi sono i reperti palaffitticoli che si scorgono sul fondo e sui lati del corso d'acqua. Probabilmente i reperti dei lati sono pali piantati in epoche recenti per sostenere la riva, più interessanti sono quelli di grosse dimensioni che si scorgono sul fondo.Qualche carcassa di cervo e/o di cinghiale conferma la massiccia presenza di ungulati in questa conca.Fortunatamente pochi sono i rifiuti "sociali", qualche scarpone, bottiglie, pentolame vario, che ci riproponiamo in una delle prossime immersioni di rimuovere.
Degni di nota alcuni reperti (cocci di vasi datati circa 1400) gavette della prima guerra mondiale etc. In queste zone ci sono stati anche gli scontri della Battaglia dei Camolli, interessante sarebbe ritrovare qualche traccia dell'evento bellico.
Un archivio naturalistico ed archeologico importantissimo, questa è la definizione fornita dagli esperti della regione in una conferenza tenuta a Polcenigo quest'inverno. Io aggiungerei "un incredibile scrigno di natura". Un forziere non ancora scardinato nonostante tutto. Queste ultime due parole urlano tanto....
Questi pescetti che sono degli indicatori biologici, in quanto vivono solo in acque pure, possono essere usati legalmente come esca per catturare trote, anguille etc..Ne uccidiamo due al prezzo di uno. La pesca deve darsi maggiori regole, non è più credibile. Deve avere più etica, bisogna avere il coraggio di regolamentare pesantemente al di là dei voti politici che attualmente condizionano tutto. Io stesso ero un pescatore accanito, ho combinato le mie, ma quando la testa comincia a ragionare in maniera diversa e con ...l'età, devi dire basta!
Come dice un mio amico ..a squali sì ma sotto acqua e con il coltello, allora la lotta è pari.
Questi pesciolini si riproducono nel periodo che và da marzo a maggio, attaccando sotto al sasso un grappolo di uova. Il maschio sorveglia la covata sino alla schiusa, che si verifica generalmente dopo 3 - 4 settimane. Le larve misurano circa 6 - 7,5mm alla nascita e, come altre specie che vivono in acque fredde con scarsi microrganismi planctonici, hanno un grande sacco vitellino in grado di alimentarle per circa 10 - 12 giorni, dopo di che iniziano a predare piccoli invertebrati.
La capacità di mimettizzarsi è sicuramente molto sviluppata come testimoniano le foto. Questo serve loro per sfuggire ai predatori in particolare la trota.
Dopo un'ora e rotti di immersione, il gelo dei nostri piedi e il viola sulle labbra ci costringe ad uscire con la convinzione però di aver vissuto un momento straordinario da ricordare e da ripetere prima possibile.
Non abbiamo trovato gamberi d'acqua dolce come mai? Ci sono sicuramente. Non abbiamo cercato probabilmente dove dovevamo, nelle prossime immersioni cercheremo anche quelli. E le lamprede che pur sono presenti, dove si sono rifugiate? Nel fango? Quanto poco conosciamo! Ci sentiamo orgogliosi delle due foto che abbiamo fatto ma l'ecosistema fiume è ancora tutto da scoprire. Tutto da imparare.
Mi ritorna in mente la frase di un vecchio naturalista: "Solo la montagna può comprendere l'ululato di un lupo" Quanti errori abbiamo fatto noi umani credendo di aver capito tutti gli intrecci degli ecosistemi, quanta arroganza e presunzione nella mano dell'uomo. Penso a tutti gli interventi fatti in questi anni dall'Ente Tutela Pesca,... risultato? Distrutto i fiumi. Sono stati il braccio operante dei Pescatori, la mano del consenso politico ....i pescatori volevano le trote, l'Ente ha dato loro le trote....queste trote voraci di allevamento, americane hanno alterato l'ecosistema.
L'Ente doveva fare una cosa sola, far guerra all'inquinamento. Ma se l'Ente viene pagato dai pescatori......chi tutelerà? I pescatori.
Detto da uno che ha pagato la licenza per 44 anni ...avrà si o no un significato?

Alla prossima scorribanda.

lunedì 8 agosto 2011

FIORITURE ESTIVE


I campi della Pedemontana, forniscono dell'ottimo foraggio per gli animali e un ricco pascolo per i nostri amici apoidi. Bombi, api, farfalle e numerose altre specie di impollinatori li visitano assiduamente. Gli apicoltori scrupolosi hanno già tolto i melari e effettuato il trattamento antivarroa con tavolette evaporanti (var etc.).
I prati sono stracolmi di api che incessantemente raccolgono polline e nettare. Le famiglie di api stanno gradualmente riducento il loro volume per prepararsi adeguatamente all'inverno. Sembrano molto popolose ma la covata si stà restringendo. Le fioriture più evidenti sono: Centaures sp, Galega officinalis, Scabiosa crenata, Trifoglio, Menta, Erba medica (tra un taglio e l'altro),Lathyrus pratensis etc... Tra le bordure dei fossi notiamo ampie fioriture di Lythrum Salicaria e di Solidago gigantea entrambe molto visitate dalle api.
Le api guardiane in certe zone si guadagnano sicuramente lo stipendio respingendo i continui attacchi dei calabroni (vespa crabro)abilissimi nel catturare le api. In pochi secondi la divorano e ripartono all'attacco. Però come si vede dalla foto qui a lato ogni tanto ci rimettono le penne. Sembra quasi che la catena di api voglia esporre il macabro reperto a monito degli altri calabroni rimasti.

lunedì 1 agosto 2011

Lamprede e gamberi rari ma ci sono e questa è una speranza!!

Le lamprede


E' sempre bello scorgere nei bassi fondali ghiaiosi questi oramai rari animaletti (Lampetra zanandreai).
In questo periodo sono visibili in quanto vanno in frega. Scelgono le aree superiori dei fiumi su acque ben ossigenate e correnti.
la riproduzione si svolge da febbraio a giugno. I maschi giungono nelle zone di riproduzione prima delle femmine. Scavano il loro nido spostando con la loro bocca a ventosa l piccoli sassi del fondo.
Con l'arrivo delle femmine si formano le coppie ed inizia l’ovodeposizione, la femmina si fissa ad una pietra con la ventosa mentre il maschio aderisce alla partner e feconda le uova mentre vengono emesse. Ogni femmina depone da 4.000 a 40.000 uova dal diametro di un millimetro. Dopo la deposizione le uova sono ricoperte con la ghiaia del substrato.
La schiusa avviene solitamente dopo 10 - 15 giorni.
I principali predatori delle lamprede sono i pesci, le anguille in particolare e .....l'uomo. E' stata ed è tuttora un'ottima esca per la pesca "sportiva".
I gamberi


I gamberi sono diventati anch'essi molto rari. Nel Livenza e nei numerosi rii che confluiscono nel corso principale sono ancora presenti, non come un tempo, ma ci sono e questo è un bel punto di partenza. Non abbiamo ancora distrutto tutto, la candelina della speranza arde ancora, flebile ma c'è.
Il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858) è un piccolo crostaceo d'acqua dolce, della famiglia degli Astacidae.Vive nei torrenti e nei rii particolarmente ossigenati. Preferisce i letti ghiaiosi o sabbiosi ma dotati di rive in cui siano presenti anfratti e luoghi sicuri, rappresentati spesso da fronde di alberi caduti o foglie, per potersi nascondere e riposare. Essendo un organismo stenotermo freddo, predilige le acque fresche con un optimum vicino ai 15 °C e un range che si discosti di pochi gradi, sopportando al massimo la temperatura di 23 °C.

È un animale tipicamente notturno. Si nutre di qualunque cosa: dalle alghe alle piante acquatiche, dai vermi ai molluschi, alle larve di insetti.
Si dimostra particolarmente aggressivo nella difesa del suo territorio e nelle lotte sessuali, come dimostrano le catture di esemplari con arti o chele parzialmente o totalmente mutilate.

I rii che solcano la collina che da Polcenigo porta a Budoia sono un autentico forziere naturalistico.
Nel Medioeveo le lamprede erano molto apprezzate, venivano arrostite e conservate in salamoia.
Tuttora entrano nelle cucine dei numerosi bracconieri della zona per gustose frittate.
Anche i gamberi sono considerati delle leccornie.
Ad ogni mangiata, però, se ne và un pezzo di bellezza della nostra natura e diventiamo tutti più poveri.

sabato 4 giugno 2011

Il punto della situazione


Ci eravamo lasciati con le api aggressive e l'inizio della fioritura dell'acacia.
Questa è stata ampia e abbondante, prolungata, a scalare con un ottimo flusso nettarifero. Non ha praticamente mai piovuto, circa 15 giorni completi di raccolto. Una delle migliori annate che io abbia mai visto, se non la migliore.
Si è raccolto già sul tarassaco , quindi le famiglie avevano il nido bello carico di miele e l'acacia è andata tutta a melario.
Personalmente ho finito tutte le scorte di fogli cerei, un po' per realizzare nuovi melari, un po' per sostituire vecchi telaini da nido (almeno 3 per famiglia).
Il miele aveva una buona umidità (16'5/17'00) in alcuni apiari un po' colorato, probabilmente hanno raccolto un po' di tutto specie nei primi giorni di fioritura. Il sapore è eccellente.
Siamo stati ripagati dello scarso raccolto dell'anno precedente.
Il telaino Campero continua ancora adesso a funzionare bene e mi ha finora dato una grande mano nel controllo della sciamatura. Infatti controllo telaino per telaino, solamente le famiglie che non costruiscono il terzo a fuchi. Le altre se hanno costruito il terzo non hanno intenzione di costruire celle reali. Per ora sono stato smentito solo da due tre famiglie. Ho risparmiato un sacco di tempo.
La raccolta di polline procede a pieno regime con circa 80/100 gr. giornalieri per casetta. Un polline ottimo di millefiori con una netta prevalenza di pallottoline di castagno (pensate, ho le api a circa 4 Km dai primi castagni).
Il nervosismo delle api è rientrato nei limiti accettabili anche se alcune famiglie sono un po' troppo irritabili.
Ho avuto un controllo in apiario da parte dei veterinari provinciali che hanno prelevato un campione di miele dai telaini del melario di una famiglia scelta a caso. Mi hanno contattato telefonicamente e mi hanno spiegato che sono dei prelievi che hanno iniziato a fare in tutta la regione per ricercare prodotti facenti capo a principi chimici tipo AMITRAZ e Antibiotici.
Sono stati cortesi, professionali e mi invieranno tra circa due mesi gli esiti.
Sono tranquillo, non ho mai usato prodotti non consentiti nemmeno quando si dovevasno salvare le api a tutti i costi, non ho mai buttato assuntol.
Le famose strisce che venivano poi intrise di un prodotto chimico e poi bruciate le ho sempre tenute lontane dai miei pensieri.
Penso che questi controlli siano una buona cosa e li sostengo.
E' chiaro che la certezza di tutto quello che le api importano non ce l'ha nessuno ma con una analisi razionale possiamo essere abbastanza sereni. Però..... un ambiente pulito a 360° sarebbe un vantaggio per tutti.
Cambiando discorso il lavoro in sala smielatura è stato veramente faticoso per non dire estenuante (sommando logicamente tutti gli impegni lavorativi, famigliari etcc...) e si riparte subito con riconsegna melari, ricontrollo delle ultime febbri sciamatorie, ......e così via.
Castagno, tiglio,millefiori si presentano molto bene già da adesso. Ci sarà da lavorare duramente sino a metà luglio. Da li in poi penseremo ai trattamenti estivi: VAR e TIMOLO e poi??
Sul fronte sanitario noto che qulalche famiglia ha un po' di covata calcificata, per il resto tutto ok. Non mi sembra di osservare elevate concentrazioni di varooa, ma i conti con il parassita si fanno a settembre.
Cordiali saluti a tutti.

sabato 30 aprile 2011

L'ACACIA E' PARTITA!!


Come avevo preventivato, l'acacia quest'anno ha fiorito con una certa precocità. Il tarassaco ha goduto di condizioni climatiche eccezzionali per la nostra zona. Il raccolto è stato di circa 6/7 chili per alveare che è sicuramente record per il territorio dell'Alto Livenza. Contemporaneamente anche il polline ha garantito una discreta produzione con medie anche di 70 grammi giornalieri per casetta. Eccellente quello di salice, ottimo quello di tarassaco e fioriture primaverili. Poca la colza presente quest'anno nel territorio. E' una fortuna poichè fiorisce a cavallo con l'acacia.
Venendo a quest'ultima essenza posso dire che le famiglie sono in piena crisi di sciamatura e risulta alquanto laborioso contenerla. Io personalmente quando vedo che la famiglia è impiantata (numerosi api sul favo e api appese sotto il telaino), tolgo la regina e lascio una cella reale opercolata e una non opercolata). Il tempo alterna cielo nuvoloso a qualche scroscio notturno. Fà abbastanza freddo specie di notte. I fiori non sembrano particolarmente visitati. Ieri ad esempio le api erano tutte sulla salvia pratensis e pochissime sulle acacie. Per i prossimi giorni è previsto mal tempo Lunedi e Martedì e poi dovrebbe sistemarsi in meglio.
Ricordiamoci che l'anno scorso ci sono stati 14 giorni di brutto tempo quasi consecutivi ed il raccolto in pianura risultò compromesso.
Il telaino trappola ha dato buoni risultati, è stato ritagliato con regolarità e devo dire che mi ha aiutato molto nel controllo della famiglia dandomi immediatamente la lettura della situazione facendomi risparmiare un bel po' di tempo. Infatti quando vedo una costruzione perfetta fino in fondo del terzo a costruire tolgo un favo di covata opercolata e inserisco un foglio cereo senza controllare altri favi. La foto qui a lato fà capire che forzare l'inserimento di un foglio cereo non serve a nulla se non a scattare una foto curiosa.
L'aggressività delle famiglie è diminuita fortemente anche se non del tutto, comunque si riesce a visitarle con una certa tranquillità.
Buona apicoltura a tutti.

lunedì 11 aprile 2011

Ma che cosa stà succedendo??


Faccio apicoltura da circa 15 e passa anni ma mai mi era capitato di affrontare alveari così aggressivi. Ho fatto un giro di telefonate ad apicoltori amici in giro per il Friuli e anche loro mi hanno confermato la situazione. Entri in apiario e già qualche ape comincia a ronzarti attorno, guardi le prime cinque sei casette e ti porti dietro un numero crescente di guardiane. Se poi intoppi in quella più aggressiva un centinaio di api ti attaccano e non ti mollano più. Devi cambiare apiario. Svanisce il controllo della sciamatura, fatichi persino a tagliare il terzo a fuchi del Campero.
Non è così che si può fare apicoltura. Ho letto di un virus che AUMENTA L'AGGRESSIVITA' DELLE API. Se così fosse abbiamo quadrato il cerchio, non ci manca più nulla.
Persino le regine austriache note per la loro mansuetudine brillano per cattiveria!
L'anno scorso davo colpa alla colza. Quest'anno agli aerei della base di Aviano che con il loro rumore e gli inevitabili campi elettromagnetici sicuramente infastidiscono le api. Però penso ci sia dell'altro che mi/ci sfugge.
La stagione è anch'essa un po' anomala, un inverno piovoso come non mai ed anche sufficientemente rigido ha lasciato il passo ad una primavera mascherata d'estate. Temperature vicine ai 30 gradi stanno affrettando a dismisura la fioritura dell'acacia. Gli alberi dalle nostre parti hanno già le foglie e gli abbozzi dei fiori. Penso che la fioritura sarà molto precoce, ipotizzo attorno al 20 -25 aprile.
La fioritura del tarassaco è stata prolungata ed abbondante. Le api hanno raccolto circa un melario che dalle nostre parti è record. Hanno però affrettato la febbre sciamatoria, si cominciano a vedere i primi alveari che hanno bloccato la costruzione del terzo vuoto del Campero, chiaro segno di braccia incrociate.
Anche dalle vostre parti gli alveari sono nervosi? Quali rimedi addottate?
Api calme a tutti voi.

mercoledì 16 marzo 2011

Salici in piena fioritura

Il salix purpureo garantisce un colpo d'occhio veramente apprezzabile, i colori gialli e rossi dei suoi stami si sposano perfettamente con la bellezza dell'ape.
Oltre al salix purpureo, sono già in piena fioritura i salix caprae e cinereo. Il salix alba stà colorando i greti dei fiumi.
Il polline nelle cestella delle bottinatrici fà capire l'utilità di questa importante fioritura primaverile.
Ho iniziato nei pochi giorni di sole a raccogliere il polline di salice, devo dire che è veramente buono! Sicuramente avrà anche proprietà importanti. Spero di non avere indebolito le famiglie. Non credo sono anche troppo forti per il periodo. Tra poco verranno inseriti negli alveari i telaini Campero per dare una sgrollata alle varroe sicuramente presenti.
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sabato 19 febbraio 2011

L'apicoltura piange Giovanni Zanchetta

Oggi pomeriggio (19/02/2011) alle ore 15.00 nella chiesa di Cavolano di Sacile verranno celebrati i funerali di Giovanni Zanchetta. Giovanni è stato l'apicoltore storico di Sacile. Sempre pronto ad aiutare le nuove leve, prodigo di consigli per tutti. Ha ricoperto con passione e competenza l'incarico di referente del Consorzio Apicoltori di Pn per la zona di Sacile.
Ha contribuito con il suo lavoro alla tutela della biodiverwsità delle nostre zone.
Un abbraccio alla famiglia che lo ha amorevolmente assistito nel lungo decorso della sua malattia.
Le condoglianze di tutto il mondo apistico.

lunedì 14 febbraio 2011

Migrazione dei Rospi


Ai piedi del bosco del Cansiglio nell'incantevole zona dove nasce il fiume Livenza ogni anno nella prima decade di febbraio si assiste ad un fenomeno di grandissima importanza naturalistica: la migrazione dei rospi.
Gli anuri si spostano dalle zone riapariali della montagna alle zone umide della pianura. Nel nostro caso raggiungono la cosiddetta Conca del Palù per riprodursi.
Un esercito di animaletti che scende la montagna e purtroppo rischia di venire schiacciato dall'immancabile flusso automobilistico che transita sulla strada che si frappone tra la montagna e la zona umida.
Il gruppo degli amici del rospo di Polcenigo, da molti anni realizza circa un Km di barriere appositamente studiate e perfezionate negli anni e fino a metà marzo organizza turni per salvare i rospi raccogliendoli nelle ore serali.
Li raccolgono vicino alle barriere, muniti di torce e secchi, per liberarli poi aldilà della strada, vicino alle zone umide.
Numerosi in ogni caso i rospi che finiscono sotto le ruote delle vetture nelle altre strade che costeggiano le colline della zona.
Chiunque voglia aggregarsi agli amici dei rospi per partecipare in prima persona alle operazioni di salvataggio, lo può fare contattandomi.
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lunedì 7 febbraio 2011

Nocciolo prima fioritura importante!


Con le prime giornate di sole, le api, approffittando del tepore delle ore centrali della giornata, escono per i primi voli di purificazione e per raccogliere il prezioso polline dei noccioli ottimo per fornire proteine preziose alla prima covata dell'anno.
L'escursione termica è notevole (almeno 15 gradi).
Le famiglie sembrano aver superato la parte cruciale dell'inverno in buone condizioni.
Appaiono numerose e fornite di sufficienti scorte (che stanno però consumando in gran fretta!).
Le bottinatrici trovano nettare e polline nel nocciolo (Corylus avellana) ma visitano anche il calicantus (calichantus fragans) e il gelsomino giallo (jasminum nudiflorum).
Approfittando delle potature degli alberi numerose api succhiano la linfa che fuoriesce dalle ferite, preferendo quella degli aceri.
Tra un lavoro di falegnameria e l'altro, nel tentativo di preparare la stagione apistica al meglio, ho trovato qualche briciolo di tempo per scattare alcune foto.
Le foto di gennaio sono nella sezione "photos". Buona visione a tutti.